Mentalità: qual è la tua? Una volta avevo un amico che era uno dei "fans" di un famoso complesso musicale. La sua non era solo un’ammirazione, era una vera e propria passione. Conosceva tutte le parole delle canzoni a memoria e le citava continuamente, la sua stanza era piena di fotografie del gruppo e sapeva tutto, morte e miracoli, delle vite personali dei componenti. Conosceva i luoghi ove erano vissuti cresciuti, e la loro filosofia di vita che, manco a dirlo, seguiva strettamente. Un giorno lo senti anche dire: "Sul mio gruppo non si discute, prima devi amarlo poi puoi capirlo ". Gli anni sono passati ed il mio amico l’ho perso di vista. Ciò che mi faceva pensare non era tanto l’oggetto della sua passione, oggi infatti quel gruppo non esiste più e la loro musica è decisamente passata, ma il modo con cui l’amava. La sua passione era talmente grande che diventava un modo di pensare, una mentalità che condizionava in tutto il suo stile dì vita. Così dovrebbe essere la fede. Vuoi un esempio? San Paolo era talmente appassionato di Cristo che tutto viveva in funzione di lui: agiva, pensava, giudicava, desiderava, in funzione di Cristo e di quel vangelo da San Paolo instancabilmente annunciato per tutto il mondo conosciuto allora. Arriverà a dire: "Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me". Questo amore e mentalità di Cristo che cresce in noi si chiama conversione. E tu?Chi ti fa muovere? In nome di cosa pensi, agisci, ti appassioni? In funzione di quale grande realtà o persona è il tuo modo di vedere le cose, la tua mentalità, il tuo stile di vita?Questo tempo di Avvento è il momento giusto per verificare la nostra fede, il nostro cammino di conversione. il cuore ha delle ragioni di cui la ragione non sa nulla. (Blaise Pascal)

 

 

 

Attese : tu cosa stai attendendo? Ogni momento importante richiede un’attesa operosa ed ogni cosa preziosa va preparata con cura. Se hai un appuntamento con una persona a cui vuoi bene forse che non ti prepari ed attendi quel momento con grande desiderio? Talvolta scopriamo proprio questa essere la cosa più bella: il desiderio, l’attesa, la preparazione. Quando desideriamo molto una cosa quasi ci identifichiamo con essa, tanto che potremmo dire: "Dimmi cosa desideri e ti dirò chi sei", dimmi cosa attendi e a cosa e come ti prepari e ti dirò il senso del tuo agire, del tuo tempo e per chi pulsa il tuo cuore. Cosa attendi dunque per il tempo del Natale? Il tuo desiderio è tutto concentrato sul regalo che riceverai? Lì sarà il tuo cuore. La tua attesa è tutta sulla grande festa di capodanno con gli amici? La tua preparazione è concentrata sul viaggio-vacanza natalizio ? Allora tutto questo tempo è in un modo o nell’altro orientato ad essi. E poi ? Forse del regalo non sarai pienamente soddisfatto, del telefonino ricevuto ti accorgerai tra poco dei modelli migliori e con più opzioni. Forse la festa di capodanno non andrà come vuoi tu, ed il viaggio vacanza poteva andare meglio o durare di più. Ma se anche tutto andasse benissimo, e te lo auguriamo, penso che il tuo cuore comunque non sara pienamente soddisfatto o pienamente appagato. Non vogliamo dire che si deve desiderare di meno ma di più, per essere di più riempiti. Ed anzi, non limitarsi a desiderare qualcosa che passa, ma qualcosa che dura nel tempo, anzi di eterno. E non qualcosa che ci soddisfa a metà, ma che ci riempie il cuore tutto intero.Cosa decidi allora di desiderare in questo tempo? Cosa vuoi attendere di infinito nella tua vita? A quale grande incontro di gioia ti stai preparando con tutto il tuo cuore?

 

 

 

Allegria : cosa c’è dietro il tuo sorriso? Un giorno guardando la TV, durante un banalissimo spettacolo di intrattenimento, osservavo tutti gli sforzi che i cornici facevano per far sorridere il pubblico. Saltavano, cantavano, dicevano una sciocchezza dietro l’altra pur di riuscire a strappare una risata. Finito lo spettacolo, durante la sigla finale ecco la telecarnei’a inquadrare, per una frazione di secondo, uno degli spettatori che sembravano prima impazzire di risate: se ne stava lì tutto sconsolato e stanco, sembrava di botto sprofondato nelle sue tristezze quotidiane. Ho capito la differenza che c’è tra ridere ed essere nella gioia. Il sorriso è qualcosa di prettamente umano ed è certo un dono di Dio. Esso può essere certo evasione, valvola di sfogo ma quando nasce da un cuore nella pace e nella gioia non ha bisogno di tanti stimoli o di risate pre-registrate per disegnarsi sul volto. Il sorriso che nasce dalla gioia è come un fiore illuminato dal sole che sboccia naturalmente se la pianta ha radici ben affondate in fertile terreno. Esso allora sarà come la pulita di un iceberg di una gioia nascosta ma profonda. Altrimenti, sarà pur utile ma più simile ad un fiore di plastica o ad un paesaggio di cartapesta, belli ma finti. Tempo di Avvento, tempo di attesa della visita del Signore, tempo per contemplare i doni del Signore è anche tempo per verificare il fondamento della nostra gioia. Cosa c’è dunque sotto la superficie di quel profondo ed infinito mare che è il tuo cuore? Cosa c’è dietro il tuo sorriso?

 

 

 

Amore : chi ti pensa e ti chiama continuamente ? Quanti SMS ricevi in un giorno? Quanti squilli, o piccole chiamate? E’ bello sapere che qualcuno ti sta pensando e ancora più meraviglioso che questo suo pensiero arrivi attraverso il cielo fino a te.Per quanto una persona ti voglia bene però, ci saranno sempre dei momenti in cui non ti pensa o non ti chiama o forse arriverà il tempo in cui ti penserà di meno o per nulla. C’è una persona invece che senza dubbio ti pensa continuamente e non smetterà mai di farlo e continuamente ti chiama, ti squilla e ti manda bellissimi SMS. Questa persona è Dio. "Ma io non ricevo nulla", dirai. Il problema è che a te manca il telefonino adatto. Non sto parlando dell’ultimo modello che desideri farti regalare, ma di un telefonino molto più bello ed importante: il tuo cuore, cioè quella parte profonda di te dove sono contenuti i tuoi tesori nascosti: pensieri, sentimenti, desideri. Tre sono le cose necessarie affinché questo "speciale" telefonino funzioni bene. Silenzio. Se le linee sono troppo affollate non riceviamo nulla, vero? Cosi se noti sappiamo far tacere le mille voci e noti scendiamo nel profondo non riusciremo mai a riceve e comprendere la voce dolce e rispettosa del Signore. Umiltà. Se il tuo telefonino è spento o lontano da ripetitori non èpossibile alcun contatto. L’umiltà è la disponibilità ad accogliere. Significa non pretendere di cavarsela sempre da soli ma accettare di aver bisogno degli altri e soprattutto di Lui. Sintonìa. Se le batterie sono scariche rischi di non ricevere nulla o di rimanere a metà conversazione. Sintonia è essere pronti, sempre in carica, cioè abitudine, allenamento al modo di pensare di Dio.A pensarci bene sono queste anche le componenti per una buona e vera amicizia o qualcosa di più. Le grandi verità si comunicano soItanto mediante il silenzio. Paul Claudel

 

 

 

Tesoro: se tu trovassi un tesoro immenso cosa faresti ? Perché un cristiano dovrebbe andare tra i popoli dell’Asia o dell’Africa che hanno già la loro religione, ad annunciare che la salvezza avviene per la fede in Gesù Cristo? Con che diritto pretendiamo noi cristiani di avere la verità in tasca? Va detto anzitutto che noi non pretendiamo di possedere la verità ma che abbiamo conosciuto e creduto in Colui che ha detto: "Io sono la via, la veri/à e la vita", cioè Gesù Cristo, l’unica persona, pienamente uomo e pienamente Dio, per cui c’è salvezza sulla terra. Se tu scoprissi un cibo che ti rendesse la vita realmente bella e felice, in piena salute e per sempre, non lo diresti a chi vuoi bene? Se scoprissi un tesoro immenso non lo condivideresti con chi ami? Se non sento dentro me questo desiderio, dico il desiderio anzitutto, due sono i casi: o non voglio condividere perché non amo e quindi sono un egoista o non lo ritengo un tesoro, cioè qualcosa di vitale, ed essenziale per me. In ultima analisi, se Cristo non è per me quel tesoro immenso da condividere necessariamente con gli altri, sono cristiano solo per l’anagrafe del comune ma non vero discepolo di Cristo.

 

 

 

Responsabilità Una tremenda siccità aveva ghermito la regione.
L’erba era prima ingiallita e poi appassita. Neppure una goccia d’acqua pioveva dal ciclo e le mattine si presentavano alla terra senza la fugace frescura della rugiada. A migliaia gli animali piccoli e grandi stavano morendo. Pochissimi avevano la forza per sfuggire al deserto che ingoiava ogni cosa. La siccità si faceva ogni giorno più dura. Persino i forti e grandi alberi che affondavano le radici nelle profondità della terra, persero le foglie. Tulle le fontane e le sorgenti erano esaurite. Ruscelli e fiumi erano inariditi. Solo un piccolo tiore era rimasto in vita vicino a una piccolissima sorgente che dava ancora un paio di gocce d’acqua. Ma la sorgente si disperava:"tutto è arido e assetato, e muore, e io non posso farci nulla. Che senso hanno le mie due gocce d’acqua’?" Lì vicino c’era un vecchio, robusto albero che udì il lamento e, prima di morire, disse alla sorgente: "Nessuno si aspetta da te che tu faccia rinverdire tutlo il deserto. Il tuo compito è tenere in vita quel fiorellino. Niente di piu" Siamo tutti responsabili di un fiorellino, ma ce ne dimentichiamo spesso, per lamentarci di tutto quello che non rusciamo a fare (Bruno Ferrero)

 

 

 

Festa : della creazione Il settimo giorno, terminata la Creazione, Dio dichiarò che era la sua festa. Tutte le creature, nuove di zecca, si diedero da fare per regalare a Dio la cosa più bella che potessero trovare. Gli scoiattoli portarono noci e nocciole; i conigli carote e radici dolci; le pecore lana soffice e calda; le mucche latte schiumoso e ricco di panna. Miliardi di angeli si disposero in cerchio, cantando una serenata celestiale. L’uomo aspettava il suo turno, ed era preoccupato. Che cosa posso donare io? I fiori hanno il profumo, le api il miele, perfino gli elefanti si sono offerti di fare la doccia a Dio con le loro proboscidi per rinfrescarlo ... L’uomo si era messo in fondo alla fila e continuava a scervellarsi. Tutte le creature sfilavano davanti a Dio e depositavano i loro regali. Quando rimasero solo più alcune creature davanti a lui, la chiocciola, la tartaruga e il bradipo poltrone, l’uomo fu preso dal panico. Arrivò il suo turno. Allora l’uomo fece ciò che nessun animale aveva osato fare. Corse verso Dio e saltò sulle sue ginocchia, lo abbracciò. e gli disse: "Ti voglio bene!". Il volto di Dio si illuminò, tutta la creazione capì che l’uomo aveva fatto a Dio il dono più bello ed esplose in un alleluia cosmico. Per qual fine Dio ci ha creati ? Ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell ‘'altra, in Paradiso (Catechismo di Pio X).

 

 

 

Il segreto del paradiso: Dopo una lunga ed eroica vita, un valoroso samurai giunse nell’aldilà e fu destinato al paradiso. Era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter dare prima un’occhiata anche all’inferno. Un angelo lo accontentò e lo condusse all’inferno. Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imhandita cori piatti colmi di pietanze succulente e di golosilà inirnnìaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt’intorno, erano smunti, pallidi e sche!etriti da far pietà. "Com’è possibile?", chiese il samurai alla sua guida. "Con tutto quel ben di Dio davanti!". " Vedi: quando arrivano qui, ricevono tutti due bastoncini, quelli che si usano come posate per mangiare, solo che sono lunghi più di un metro e devono essere rigorosamente impugnati all’estremità. Solo così possono portarsi il cibo alla bocca". Il samurai rabbrividì. Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppur una briciola sotto i denti. Non volle vedere altro e chiese di andare subito in paradiso. Qui lo attendeva una sorpresa. Il Paradiso era un salone assolutamente identico all’inferno. Dentro l’immenso salone c’era l’infinita tavolata di gente; un’identica sfilata di piatti deliziosi. Non solo: tutti i commensali erano muniti degli stessi bastoncini lunghi più di un metro, da impugnare all’estremità per portarsi il cibo alla bocca. C’era una sola differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia. "Ma com’è possibile?", chiese il samurai. L’angelo sorrise. All’inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perché si sono sempre comportati così nella vita. Qui, al contrario, ciascuno prende il cibo con i bastoncini e poi si preoccupa di imboccare il proprio vicino".l Paradiso e inferno sono nelle tue mani. Oggi.

 

 

 

Una lettera per te
Quando ti sei svegliato quesia mattina ti ho osservato e ho sperato che fu mi rivolgessi la parola, anche solo poche parole, chiedendo la mia opinione o ringraziandomi per qualcosa di buono che era accaduto ieri. Però ho notato che eri molto occupato a cercare il vestito giusto da metterti per andare a lavorare. Ho continuato ad aspettare ancora mentre correvi per la casa per vestirti e sistemarti e io sapevo che avresti avuto del tempo anche solo per fermarti qualche minuto e dirti ciao. Però eri troppo occupato. Per questo ho acceso il cielo per te, l’ho riempito di colori e di dolci canti di uccelli per vedere se così mi ascoltavi, però nemmeno di questo ti sei reso conto. Ti ho osservato mentre ti dirigevi al lavoro e ti ho aspettato pazientemente tutto il giorno. Con tutte le cose che avevi da tare, suppongo che tu sia stato troppo occupato per dirmi qualcosa. Al tuo rientro ho visto la lua sianchezza e ho pensato di farti bagnare un po’ perché l' acqua s’i portasse via il tuo stress. Pensavo di farti un piacere perché così tu avresti pensato a me ma ti sei infùriato e hai offeso il mio nome, e io desideravo tanto che tu mi parlassi... c’era ancora tanto tempo. Dopo hai acceso il televisore, io ho aspetfato pazientemente mentre guardavi la TV, hai cenato, però ti sei dimenticato nuovamente di parlare con me, non mi hai rivolto la parola. Al momento di domire credo che fossi distrutto. Dopo aver dato la buona notte alla famiglia sei caduto sul letto e quasi immediatamente ti sei addormentato. Ho accompagnato il tuo sogno con una musica, i miei animali notturni si sono illuminati ma non importa, perchè forse non ti rendi conto che io sono sempre lì per te. Ho più pazienza di quanto immagini , mi piacerebbe pure insegnarli ad avere pazienza con gli altri, TI AMO fanto che aspetto tutti i giorni una preghiera, il paesaggio che fàccio è solo per te. Bene, ti stai svegliando di nuovo e ancora una volta io sono qui e ti apsetto senza niente altro che il mio amore per te, sperando che oggi tu possa dedicarmi un po' di tempo . Buona giornata Tuo papà Dio

 

 

 

Bellezza: Il papà chiede ad Alessio, 5 anni: "Che cosa ti piace di più del papà?". E Alessio, dopo aver riflettuto un po’:"La mamma". "Quand’é che ti accorgi che la tua famiglia va bene?" chiesero ad una bambina. "Quando vedo il papà e la mamma che si danno i bacetti" rispose. I genitori non devono na.scondersi nell'armadio per darsi i bacetti. Ogni volta che manifestano l'amore che li unisce che li unisce, i bambini si sentono inondati di calda e gioiosa fiducia. Sanno bene che l‘amore reciproco dei genilori è l’unica roccia solida su cui possono costruire la loro vita.  (da Bruno Ferrero . "C’é qualcuno lassu?" LDC)  Nulla ti turbi \ nulla ti spaventi \ tutto passa \ Dio non cambia \ tutto ottiene la pazienza.\ A chi Dio possiede \ non manca nulla. \ Solo Dio basta. (S. Teresa D'Avila)

 

Pillole di saggezza: L'autore di questi belle riflessioni indirizzate ai giovani è il .parroco della chiesetta del castello di Gorizia, la famosa e graziosa città del Friuli Venezia Giulia al confine con la Slovenia (clicca sul titolo prescelto)