Giorgio Spontini si risvegliò provando subito
un gran senso di vuoto e di leggerezza. Non capiva assolutamente dove si trovava, ammesso che
si potesse parlare in qualche modo di un luogo fisico.
Una distesa sconfinata di un bianco perlaceo si stendeva a perdita
d'occhio in ogni direzione, e non sembrava nemmeno che sotto di lui
ci fosse un suolo sul quale camminare.
Però quando tentò di farlo percepì che si stava
effettivamente muovendo, come su un invisibile pavimento
solido, anche se sembrava che in ogni direzione non ci fosse
nulla, se non un eterno biancore ovattato.
Giorgio non era certo un pusillanime, anzi direi
proprio che era una 'pellaccia', ma come tutti gli individui
normali quando si trovano in una situazione inusitata
e inspiegabile, e quella lo era di sicuro, dopo qualche tentativo
di individuare in un qualunque riferimento in quel morbido e monotono
lucore, cominciò a preoccuparsi.
Tentò di gettarsi sul 'pavimento' che percepiva sotto i piedi,
ma qualunque cosa facesse il pavimento rimaneva sempre lì attaccato
a lui come il piedistallo alle figurine di un presepe ; inoltre
la mancanza di un qualunque segnale di riferimento non gli consentiva
di apprezzare il risultato del movimento che aveva
tentato, e lui si ritrovava sempre in piedi o
seduto, o appoggiato in qualche modo
su una superficie invisibile e morbida ma inesorabilmente
solida e impenetrabile. L'appoggio era in qualche modo cedevole, però
quando sferrò un pugno verso il 'basso'
cioè in direzione dei suoi piedi incontrò una
morbida cedevolezza che lo respinse decisamente al livello dell'invisibile
'piano' di appoggio.
Lo prese ad un certo punto un senso di 'mancanza' di qualcosa, un
senso di 'vuoto' che lo tormentava indicibilmente. E il tempo non
sembrava passare mai, e lui non sentiva nè fame, né
sete, né freddo ma solo quel gran senso di vuoto e quel gran
silenzio. Tuttavia egli stesso si meravigliò
del fatto che la sensazione di viva preoccupazione
che inizialmente lo aveva preso non si stava trasformando
in panico, ma anzi si attenuava rapidamente lasciando il posto a uno
strano senso di rassegnazione, ma anche di speranza di qualcosa di
ignoto.
Non avrebbe mai saputo dire se era passato un minuto o dieci anni,
o cento, ma finalmente sentì che qualcuno gli era arrivato
alle spalle e lo stava chiamando. < Sei arrivato! > esclamò
vivacemente e con tono allegro aggiunse < ma
naturalmente tutto è relativo.>.
Lo sconosciuto era un bellissimo giovane alto e bruno dalle spalle
larghe, dai lineamenti fini e regolari, che indossava una tunica bianca
che gli arrivava al polpaccio, stretta in vita da una cordicella dorata,
ed era a piedi nudi.
Giorgio pensò che sembrava la rappresentazione classica del
pastore e dell'agnello, ma si sentì incredibilmente felice
che quello lo avesse avvicinato, e nel contempo ravvisò nello
sconosciuto una certa qual aria in qualche modo ben nota. <Buongiorno>
si sentì dire <ma Lei, chi è? Non mi sembra che
ci conosciamo>.
L'altro sorrise < altroché se ci conosciamo, eccome
! Ma credo che prima vorrai sapere dove ti trovi, o
sbaglio ? > ma è meglio che
ti spieghi tutto mentre facciamo una
passeggiata, e sorridendo aggiunse :< tanto abbiamo
tutto il tempo che vogliamo > e gli sorrise dolcemente
< ammesso che si possa dire così ! >.
Il lucore perlaceo si stava dissipando come una nebbia
al sole e gradualmente apparivano i
contorni di un paesaggio : dolci e basse colline ricoperte di
prati verdi con alberi di latifoglie. Mano a mano che avanzavano,
Giorgio, nel quale permaneva una certa
inquietudine, ma nel contempo un senso di appagata
felicità, si accorse che stavano camminando
su una larga strada lastricata di basolato grigio liscio
e molto ben livellato e bordato di fiori; sulle colline
si vedevano coppie di giovani dello stesso sesso - le ragazze
si distinguevano dai ragazzi perché portavano vesti più
lunghe e di vari colori - e tutti mentre parlavano tra
di loro, si dirigevano verso il sentiero.
Anche molti animali, di ogni tipo, ma in prevalenza mammiferi
e animali domestici come cani e gatti ruzzavano sui prati a perdita
d'occhio, o volavano o saltellavano, dirigendosi
più o meno verso la medesima direzione.
<Ora, mentre passeggiamo, parliamo un po' di te> disse
il giovane <anche se in fondo io so già, è necessario
che parli tu, e fai pure con calma, tanto qui siamo in un continuum
a parte. Anzitutto cominciamo parlando un po' della carità,
che è la base di tutto, come diceva quel capoccione del mio
amico Paolo, e tu sai certo cosa intendo ! >.
Giorgio si trovò improvvisamente a ricordare <ebbene>
disse <certo non andavo in chiesa tutti i giorni, mi sono rivolto
a Dio solo quando ero in difficoltà, e forse non sono stato
proprio quel che si dice un buon cristiano, ma ho sempre aiutato tutti
quelli che potevo.
Per esempio ricordo quella volta che il
mio fittavolo venne a dirmi che non poteva
pagarmi la quota, e quella volta che ho aiutato i miei vicini a costruirsi
la casa ...>
Parlando, Giorgio ricordò sempre di più, e disse
sempre di più di se' stesso, per esempio
pure quando era bambino e si era mangiato la marmellata e le noccioline
che la mamma custodiva in dispensa, di quando era andato
in guerra e purtroppo aveva dovuto uccidere, di quando aveva fornicato
e fatto l'amore con la futura moglie prima del matrimonio; insomma
raccontò a sé stesso e all'altro tutto, proprio tutto.
Ci volle letteralmente una vita, mentre passeggiavano
fianco a fianco, e tuttavia il tempo
pareva che non scorresse. Una volta, si erano seduti su una
panchina in una piazzola della strada e avevano guardato
gli altri passare lentamente davanti a loro, anche scambiando con
tutti cortesi cenni di saluto, e interrompendo per un
po' i rispettivi monologhi; talvolta Giorgio si meravigliava
che moltissimi rivestissero strane tuniche
e a ltri o altre portavassero veli o turbanti.
Alla fine Giorgio tacque, e il giovane sorrise <il tempo che
passerai in frigorifero, è giusto>. Vedendo l'espressione
preoccupata di Giorgio, aggiunse < è chiaro
che il frigorifero è in un altro continuum,
e non ci resta che passare alla fase finale. Effettivamente,
anche se non te ne rendi conto, noi prima abbiamo avuto
questo colloquio e poi ti sei fatto il necessario
laggiù.
Del resto ho fatto le cose in
modo che alla valle ci arriviamo tutti comtemporaneamente, se così
si può dire ... >.
Giorgio si accorse che camminando, erano
arrivati in una spianata sterminata,
dove tutti confluivano. Il brusio della sterminata
moltitudine cresceva, lassù in alto gli angeli
si preparavano con le loro trombe, e il giovane disse < senti
Giorgio, adesso ti devo lasciare per fare il Giudizio,
ma puoi dare un'occhiata in giro e
rintracciare i tuoi parenti, che so io, mamma, papà
, figli, nonni, antenati. Insomma vedi tu, ma non andare mai
laggiù a sinistra, mi raccomando ! Noi due ci vediamo
più tardi> e gli sorrise dolcemente < ammesso
che si possa dire così !>.
< Alleluia ! > esclamò con immensa
gioia Giorgio , che si era finalmente
reso conto degli avvenimenti <e sia fatta la Tua Volontà>