Quel mattino
mi avviai a passo svelto e sollecito lungo la via Alì Muhammad
per raggiungere il grande tempio, a terminare l'ultimo
compito affidatomi in persona dal quattordicesimo
Mullah Omar. Ero fiero di esser stato chiamato a svolgere
quel lavoro che avrebbe finalmente aggiunto una perla
alle moschee più belle. Camminavo felice , il sole
splendeva , il vento profumato e tiepido mi carezzava il volto.
Donne decentemente coperte da stupendi burqa
accompagnavano a scuola i figli maschi tenendoli affettuosamente
per mano, e mi sentii ancora più felice perché tra di
esse c'era certamente la mia terza moglie coi due maschietti più
piccoli.
Scorgere la mezzaluna con la bandiera verde garrire nel
cielo azzurro sopra il grande castello che si affaccia sul fiume mi si
gonfiava il petto del giusto orgoglio del
fedele che compie bene il suo dovere; passando per il piazzale
delle fontane contornato dal colonnato, quello col grande obelisco
al centro, levai un grato pensiero a
Dio e ammirai ancora una volta la corona
di tavole bronzee con i versetti del Corano che hanno così
efficacemente rimpiazzato quelle file di statue così di cattivo
gusto.
Ancora una volta considerai la perfezione
della grande cupola guardando il nuovo minareto
svettare alla destra sopra gli antichi
palazzi, e la cupola minore del tempio quella
che ci ha permesso di pregare con
decoro in attesa di terminare l'immane
compito di rendere la moschea maggiore accessibile ,
e che ha tanto ingentilito la pesantezza del complesso costruito
dagli infedeli nei tempi bui del medioevo, nella loro tronfia ignoranza
della Fede.
Passando dalla grande porta centrale, decorata con arabeschi e versetti
sacri, che ha così ben sostituito quella decorata
con scene tanto blasfeme ed oscure, entrai nel grande
tempio non senza aver prima doverosamente gettata una moneta al
mendicante guercio seduto presso la soglia.
Rabbrividivo pensando alla mole di lavoro
che era stata necessaria per demolire
e poi eliminare le bestemmie costituite dagli affreschi,
dalle pitture e dalle statue ; insomma per
ripulire il grande tempio dalla innumerevole
quantità di rappresentazioni
pagane, la cui oscena presenza ha per interminabili
secoli offeso Dio e il mondo civile.
Ho svolto fedelmente l'ultimo compito che mi era
rimasto dopo aver svuotato e ripulito il grande tempio dai
sotterranei all'alto della cupola: mentre
lo spruzzo della pompa ad aria montata
sulla grande gru cancellava con vernice azzurra quell'obbrobrio
che nelle menti marce e dissolute dei pagani voleva indecentemente
rappresentare la creazione di Adamo,ho pensato: 'Allah è grande
!'
Non ho mai capito però, anche se per amore
di Allah non si può discutere, la decisione degli
Imam di non distruggere completamente anche il
tempio al quale sto lavorando, dato che il compito
dei miei colleghi che hanno cancellato
dalla città i mille luoghi
dove assistevano ai loro assurdi riti
e spettacoli blasfemi, i musei, i teatri e le sale da concerto, è
stato di sicuro molto più semplice.
E' chiaro che il grande Omar, che Allah il misericordioso
lo rimeriti è lo assista , mi apprezza molto. Infatti credo già
di sapere quale sarà il mio prossimo compito, cioè
quello di stanare tutti gli infedeli rimasti
dalle loro catacombe, e riempire con un solido
impasto di cemento pietre e sabbia tutti i buchi nei quali essi
possono ancora nascondersi per celebrare i loro riti satanici.
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