Futuro ovvero Mattino a Settembre
(Brano fantapolitico tratto da 'pensieri intimi' di Ahmed Rossi, anno 1492)

Quel mattino mi  avviai a passo svelto e sollecito lungo la via Alì Muhammad per raggiungere il grande tempio, a  terminare  l'ultimo compito  affidatomi  in persona dal quattordicesimo Mullah Omar. Ero fiero  di  esser stato chiamato a svolgere quel  lavoro che avrebbe finalmente aggiunto una perla alle moschee più belle. Camminavo felice , il  sole splendeva , il vento profumato e tiepido mi carezzava il volto.        
Donne  decentemente coperte  da  stupendi burqa accompagnavano a scuola i figli maschi tenendoli affettuosamente per mano, e mi sentii ancora più felice perché tra di esse c'era certamente la mia terza moglie coi due maschietti più piccoli.
Scorgere  la  mezzaluna  con la bandiera verde garrire nel cielo azzurro sopra il grande castello che si affaccia sul fiume mi si gonfiava  il  petto  del giusto orgoglio del  fedele che compie bene il suo dovere; passando per il piazzale delle fontane contornato dal colonnato, quello col grande obelisco al  centro, levai  un  grato  pensiero a  Dio e  ammirai  ancora  una volta  la  corona  di tavole bronzee con i versetti del Corano che hanno così efficacemente rimpiazzato quelle file di statue così di cattivo gusto.
Ancora  una  volta considerai  la  perfezione della  grande  cupola  guardando il nuovo minareto svettare alla  destra  sopra  gli  antichi  palazzi, e  la  cupola  minore  del tempio quella che ci ha permesso  di   pregare  con  decoro  in  attesa  di   terminare   l'immane compito  di  rendere  la moschea maggiore accessibile , e  che ha tanto ingentilito la pesantezza del complesso costruito dagli infedeli nei tempi bui del medioevo, nella loro tronfia ignoranza della Fede.
Passando dalla grande porta centrale, decorata con arabeschi  e versetti  sacri, che ha così ben sostituito  quella  decorata con scene  tanto  blasfeme ed oscure, entrai  nel grande tempio  non senza aver prima doverosamente gettata una moneta al mendicante guercio seduto presso la soglia.
Rabbrividivo  pensando  alla   mole  di  lavoro  che  era  stata  necessaria  per  demolire  e poi eliminare  le  bestemmie  costituite dagli  affreschi, dalle  pitture  e dalle  statue ; insomma per ripulire  il  grande tempio   dalla  innumerevole  quantità  di   rappresentazioni   pagane, la   cui  oscena  presenza ha per interminabili secoli offeso Dio e il mondo civile.
Ho  svolto  fedelmente  l'ultimo  compito  che  mi  era  rimasto  dopo  aver svuotato e ripulito il grande tempio dai sotterranei all'alto  della  cupola:     mentre lo spruzzo della  pompa  ad  aria  montata  sulla grande gru cancellava con vernice azzurra quell'obbrobrio che nelle menti marce e dissolute dei pagani voleva indecentemente rappresentare la creazione di Adamo,ho pensato: 'Allah è grande !'
Non ho mai capito però, anche se  per  amore  di  Allah non si può  discutere, la decisione degli Imam  di  non distruggere completamente anche  il  tempio  al  quale  sto  lavorando, dato che il compito dei miei  colleghi  che  hanno  cancellato  dalla  città  i  mille  luoghi  dove  assistevano  ai  loro assurdi  riti  e spettacoli blasfemi, i musei, i teatri e le sale da concerto, è stato di sicuro molto più semplice.
E' chiaro che  il  grande Omar, che Allah  il  misericordioso lo rimeriti è lo assista , mi apprezza molto. Infatti credo già  di  sapere quale sarà il mio prossimo compito, cioè quello di  stanare  tutti  gli  infedeli  rimasti  dalle  loro catacombe, e  riempire con  un  solido  impasto di cemento pietre e sabbia tutti i buchi  nei  quali essi possono ancora nascondersi per celebrare i loro riti satanici.