LI ABBIAMO CHIAMATI LIBERATORI E ANCHE APPLAUDITI !
Hanno raso al suolo città intere bombardato a tappeto luoghi di culto e cimiteri uccidendo più di 100mila cittadini civili italiani. Si sono comportati allo stesso modo in Vietnam e OVUNQUE.
Ma mai nessuno allora ha chiamati criminali i liberatori e mai sono stati accusati dei crimini commessi nel secolo scorso anche quando per indurre i giapponesi alla resa usarono ben 2 bombe atomiche. E anche in questo secolo non hanno lesinato.
Invece si dà del criminale e del dittatore al presidente russo di oggi.
Gli inglesi poi, quelli sì che seminavano mine anti-uomo truccate da giocattoli bomba, penne etc etc. . Adesso gli Ucraini mentono, accusando i Russi di simili efferatezze. Si capisce benissimo che mentono e fanno simili messe in scena.
NDA.: un inviato di guerra con il viso stravolto dal terrore e dalla stanchezza, afferma in TV che non bisogna fare paragoni rivangando fatti troppo lontani nel tempo - ma aliora c'ero già. Afferma che sono fuori luogo paragoni con l'ultima guerra mondiale che è un fatto del passato, e nemmeno c'è da fare paragoni con altre più recenti.
I nostri alleati di adesso - che allora non furono accusati solo perchè hanno vinto la guerra grazie alla demenza e alle bestialità di quel pazzo invasato dal demonio che fu Adolf Hitler - sono e sono stati sempre giustificati.
Oggi i liberatori danno del criminale ad altri che secondo me non hanno tutti i torti a fare quel che fanno.
Anche all'epoca della seconda guerra il loro presidente era un DEM, proprio come quello che recentemente ha favorito l'avvento al potere di Zelensky in Ucraina e lo ha spinto a chiedere di entrare nella NATO e in Europa, quindi speriamo che non gli venga la tentazione di usare le atomiche anche oggi
1º Marzo 2022.e seguenti nei TG
Tutte 'ste lagne sulla guerra sono ridondanti Se Zelenky avesse voluto evitare la guerra, avrebbe rinunciato a mettere i missili della NATO ai confini russi, rinunciato a entrare nella NATO e a dotarsi della bomba atomica.
Avrebbe anche fatto cessare le aggressioni alle zone russofone, abbandonato il genocidio, e concesso autonomie locali.
L'eroe che si nasconde nei bunker con la maglietta da combattente dovrebbe ritirarsi e far cessare immediatamente la guerra.
Avverto poi che Orban l'ungherese, del quale qui si dice peste e corna, è un grandissimo liberale rispetto a Zelensk
I miei Ricordi:
Questo Sono io a Comiso nel 1943 |
Ero a Còmiso
quando due giorni di bombardamenti navali sbarcarono gli americani.
Avevano ordine di non fare
prigionieri e fucilarono lì per lì 50 militi
della MVSN dopo che si erano arresi.
Riportarono i mafiosi esuli e li insediarono al comando della maggior parte dei paesi siciliani.
O ERO LÀ CON LA MIA MAMMA. PAPÀ POI
FINÌ PRIGIONIERO DEI LIBERATORI IN NORD AFRICA |
Mi sovviene il ricordo della città ove sono nato NELLA CLINICA VILLA CIAMBRA IN VIA DI MALPASSO. quando ci fu un bombardamento a tappeto della città di Palermo.
Palermo, città dove mio nonno era allora provveditore e ingegnere capo del Genio Civile, fu pesantemente bombardata dalle fortezze volanti dei liberatori e INTERI QUARTIERI FURONO RASI AL SUOLO.
QUALCHE DECENNIO FA, FRATE FRANCESCO(º), PALERMITANO E SACRESTANO DELLA CAPPELLA DEI CUSMANIANI VICINA A CASA MIA, MI RACCONTAVA CHE MOLTE ZONE SONO STATE SPIANATE E CEMENTATE PERCHÉ ERANO UN MARE DI MACERIE, E I CADAVERI DI MIGLIAIA DI CITTADINI ERANO ANCORA LÀ SOTTO, fatti a pezzi, e non era possibile recuperarli.
Il ricordo di Napoli,, dove risiedevo con i genitori al Vomero in via Luisa Sanfelice. nel 1945-46, mi fa tornare in mente
le rovine della città MARTIRIZZATA SPIETATAMENTE DAI LIBERATORI e la nonna, che mi portava a fare il bagnetto in un angolino vicino agli scogli mi pare sul lungomare, in corrispondenza della funicolare che prendevamo per scendere dal Vomero e poi risalire. L'acqua la ricordo allora pulita e trasparente.
A Napoli sono tornato molte volte, solo o con altri, sia in visita che per motivi di lavoro - ho anche preso il brevetto da ufficiale all'Accademia Aeronautica di Pozzuoli nel 1968 - e ricordo che la bellissima metropoli ancora nel '68, portava qualche segno di decadenza.
Ricordo anche Il testo della canzone, di Peppino Fiorelli. Racconta di una coppia di sposi che, indossando il vestito buono, va a fare un giro in carrozzella, per rivedere la città di Napoli che, pur liberata, porta ancora i segni profondi della guerra.
Criticata da alcuni come un qualunquistico invito all'oblio (scurdammoce 'o passato) e tacciata di superficialità (basta che ce sta ‘o sole), la canzone riprende il detto popolare chi ha avuto…chi ha dato… raccontando e della voglia di rinascita e di lasciare gli eventi della guerra alle spalle.
Un chiaro riferimento alla presenza degli alleati in città è l'utilizzo del termine paisà, appellativo utilizzato dagli angloamericani, molti dei quali di origine italiana, per riferirsi ai napoletani.
(º) Frate francesco è defunto nel 2010 a Roma all'età di 94 anni
|