Cronos o l'eternamente uguale


Tu fai rifai, ti agiti e ti affanni
e prigioniero sei dei tuoi problemi
come un insetto nella ragnatela
ti tuffi giù nell'ingranaggio vuoto
di minuti ore giorni mesi ed anni
che in un cerchio ti avvoltola insensato
e ti fa vana e uccide ogni tua gioia
ma quel mostro divora pur sé stesso
e non ti lascia poi che amaro e noia
solo Amór ti trarrà dalla prigione
che ti fé piena l'anima di nulla
il fato tuo non sarà più il timore
gioia ti infonderà non più paura
di un divenire eternamente uguale

 


Kronos che divora i suoi
figli (Goya

NDA:11 febbraio 2007 - lirica dopo una meditazione