Yoshi il cantastorie

Tanto tempo fa, quando il Principe Yoshi Hashimoto comandava ancóra le armate dell'Imperatore Shino, viveva nel feudo della antica città di Kamakura un uomo chiamato Yoshi il cantastorie, il quale era molto povero. Per guadagnarsi da vivere andava in giro con la sua slitta sgangherata fermandosi agli angoli delle piazze per raccontare storielle e leggende, che cantava al suono dolce del suo strumento a corda, un po' stonato, dato che era vecchio e malandato..
La gente si fermava volentieri numerosa ad ascoltarlo perché la sua voce era molto bella e le storielle che cantava erano molto interessanti, ma non era altrettanto generosa e gettava nella sua ciotola solo poche monete di rame.
Ora avvenne che un giorno di gran caldo, egli fermasse la sua slitta vicino a una grossa quercia fuori della porta Est della città presso il muraglione di una villa, a fianco del cancello d'accesso al viale che conduceva alla ricca dimora.
La strada davanti alla casa era stata spazzata e innaffiata e dal giardino veniva un delizioso venticello. Dopo aver radunato una piccola folla suonando la sua trombetta, il cantastorie spiegò il rotolo del telone con le illustrazioni e iniziò a cantare la ballata che parlava di una famosa battaglia nella quale il principe Yoshi era stato sconfitto dai nemici dell'Imperatore.

Preghiera di Yoshi
agli dei
Dopo aver finito di cantare la ballata ed aver raccolto le poche monetine che la gente aveva gettato nel cappello rovesciato che gli serviva per raccogliere le offerte, Yoshi sedette sul bordo della slitta. E mentre stava seduto, asciugandosi il sudore e riflettendo sulla miseria della sua condizione, il vento gli portò dall'interno della casa il profumo di cibi squisiti, il suono di musiche e canti, un rumore di voci allegre e scoppi di risa e il cinguettare meraviglioso di uccelli d'ogni specie. Vedendo che accanto al cancello della villa c'era una panca, Yoshi arrotolo il telone con le illustrazioni, lo mise nella slitta e si sedette per riprendere fiato in quel luogo delizioso.
Seduto su quella panca Yoshi il cantastorie alzò gli occhi al cielo e disse: " Sia lode a voi, o Dei misericordiosi e onnipotenti, Creatori di tutte le cose, Signori che distribuite la ricchezza e la miseria. Voi non dovete rendere conto a nessuno di ciò che fate ed ogni uomo ha quel che gli tocca.
Vi sono quelli, come il padrone di questo castello, che sono agiati e felici, e vi sono quelli che, come me, sono poveri e afflitti! Eppure siamo tutti uomini della stessa razza. Ma a me è toccato in sorte andare in giro a cantare ballate e ricevere in cambio solo qualche misera monetina di rame. Scommetto che il padrone di questa casa non ha mai toccato nemmeno con un dito una slitta pesante come quella che io mi porto in giro; eppure, egli si ristora al fresco di questo giardino. La sua sorte assomiglia alla mia quanto il sake assomiglia all'acqua salata. Tuttavia non crediate, o  Dei, che io mi lamenti. Voi siete Grandi, Magnanimi e Giusti. E se voi governate così il mondo, vuol dire che è giusto che il mondo sia governato così!
"
Quando ebbe terminata questa invocazione, Yoshi fece per alzarsi e andarsene tirandosi dietro la sua slitta, allorché dalla porta della casa uscì un giovane valletto, bello e ben vestito, il quale, presolo per mano, gli disse: " Ti prego di entrare, perché il mio padrone ha inteso la ballata che cantavi e desidera vederti. "

L'invito
Yoshi lasciò la sua slitta e i suoi strumenti in consegna al giardiniere e seguì il valletto, che lo introdusse in un meraviglioso salone dal pavimento di legno lucido, coperto di stuoie, e dove era imbandita una mensa ricchissima su un basso tavolino.
Tutto intorno alla mensa, su meravigliosi cuscini finemente lavorati, erano inginocchiate persone di riguardo; al capotavola, nel posto d'onore, c'era un uomo anziano con una lunga e sottile barba bianca, con una bellissima parrucca di capelli color bianco latte. Aveva un aspetto grave, dignitoso e nobile. "Accipicchia! " pensò Yoshi il cantastorie, "questo luogo deve essere la dimora dì qualche ministro o addirittura dell'imperatore! "
Poi si ricordò di compiere quelli atti che esige la buona educazione e, dopo avere salutato rispettosamente gli astanti, si inchinò davanti al padrone di casa con la fronte a terra.
Con molta amabilità il padrone di casa gli diede il benvenuto, poi lo fece sedere accanto a sé le lo invitò a gustare cibi e bevande che il povero Yoshi non aveva mai assaggiato in tutta la sua vita. Quando questi ebbe finito di mangiare, ebbe messo da parte le bacchette e si fu lavato le mani, ringraziò tutti i presenti per le loro gentilezze. Come vogliono le buone regole, solo quando vide che il suo ospite si era rifocillato il padrone di casa prese ad interrogarlo:
" Benvenuto in casa mia. Ma dimmi, o mio ospite, come ti chiami e che mestiere fai? "
" Mi chiamo Yoshi il cantastorie, o signore, e come hai inteso sbarco il lunario girando per tutto il paese a cantare le mie ballate. "
Il padrone di casa sorrise e gli disse: " Sappi, o cantastorie, che il tuo nome è uguale al mio; infatti, io mi chiamo Yoshi il condottiero, sono al servizio dell'Imperatore e sono proprio colui di cui parlava la tua ballata. Ora vorrei pregarti di ripetere qui ciò che dicevi poco fa mentre stavi seduto fuori della porta di casa mia."
Allora Yoshi il cantastorie si sentì pieno di vergogna e disse: "Non rimproverarmi per la mia insolenza! La fatica e la miseria rendono l'uomo sciocco e maleducato!"

Il racconto di Yoshi il condottiero
Ma Yoshi il condottiero gli disse: "Non devi vergognarti. Ripeti senza alcuna preoccupazione ciò che dicevi perché tu ora sei come mio fratello. "
Allora il cantastorie, rassicurato, ripete le parole che aveva pronunciato sulla porta di casa. Quando ebbe terminato, Yoshi il condottiero si rivolse a lui e gli disse:
" Sappi, o cantastorie, che la mia storia è senza precedenti. Ti racconterò tutte le avventure che mi sono capitate e tutte le prove che ho dovuto subire prima di giungere a questa felicità e di poter abitare nel palazzo in cui tu mi vedi. Sentirai quanti disagi e quali terribili calamità io abbia dovuto affrontare per poter ottenere gli agi che circondano ora la mia vecchiaia. Sappi dunque che io ho fatto numerosi viaggi, e ho sostenuto tante battaglie sanguinose alla testa degli eserciti dell'Imperatore e sono stato anche ferito tante volte. Ma ogni viaggio e ogni battaglia sono stati un'avventura meravigliosa, tale da destare in chi l'ascolta uno stupore senza limiti. Ma tutto ciò che ora ti racconterò è avvenuto perché gli Dei lo hanno voluto, e da ciò Essi vogliono non v'è scampo né rimedio! ".

Yoshi il cantastorie trova il lavoro e la felicità
"Se accetti l'incarico che desidero conferirti"
disse Yoshi il condottiero "tu scriverai e metterai in musica tutto quello che racconterò. Desidero che la tua prima opera sia completata entro questo mese ".
Yoshi il cantastorie era contento della proposta ma non capiva, e ne domandò quindi la ragione. Il condottiero allora gli spiegò che desiderava che alcuni dei suoi servi e serve migliori e più dotati per l'arte della musica e del canto imparassero da lui a scrivere e cantare le sue gesta. Desiderava infatti che le sue gesta e la sua potenza fossero conosciute da tutti in tutto il regno e anche fuori.
Yoshi il condottiero non era un ingenuo e per mantenere il suo potere non si era adagiato sulle gesta del passato e sui servizi resi all'Imperatore, ma aveva introdotto alcuni amici fidati presso la corte imperiale, tra i quali il suo consuocero e i fratelli di alcune sue concubine, che lo tenevano regolarmente informato di tutto quello che accadeva alla corte imperiale. Tramite loro aveva saputo di certe voci che correvano negli ultimi tempi, sparse ad arte da certi suoi nemici che avrebbero voluto soppiantarlo nell'amministrazione del feudo di Kamakura. Le calunnie e le insinuazioni riguardavano specialmente la famosa battaglia perduta contro i nemici dell'Imperatore, ma anche altri avvenimenti.

Finora Yoshi il condottiero aveva pensato e ripensato, ma non era riuscito a capire come fare per difendere il suo buon nome e la sua onorabilità per mantenere il feudo in suo possesso per poi consegnarlo nelle mani dei suoi eredi.
Dopo aver saputo delle maldicenzze, non era più riuscito a dormire di notte, era agitato e nervoso, anche se per ovvi motivi non lo faceva vedere, e digeriva male a causa dell'acidità di stomaco provocata dallo stress.
Stava appunto arrovellandosi per cercare di pensare una soluzione al suo problema quando aveva sentito la trombetta di Yoshi il cantastorie, e uno dei servi era venuto a informarlo che nella strada c'era un bravissimo cantastorie che radunava sempre un bel gruppo di persone. Da lontano Yoshi il condottiero aveva udito Yoshi il cantastorie cantare una bellissima ballata sul suo conto e gli Dei che egli aveva sempre onorati, avevano fatto si che un lume si accendesse nella testa. Non avrebbe annientato i suoi nemici con l'inganno la violenza e le armi, ma li avrebbe cancellati usando la suprema potenza della propaganda!


Berto Lunizzi                    OTTOBRE 2006