Il relativismo
Cos'è il relativismo e perché è dannoso per tutti


Mi sono reso conto che pochi oggi conoscono l'effettivo significato della parola, e ho fatto qui un piccolo sunto.
In generale è relativismo ogni atteggiamento del pensiero che consideri la conoscenza incapace di raggiungere una verità oggettiva e assoluta.

 Protagora di Abdera. l'uomo è
 la misura di tutte le cose


Iniziato in Grecia dai sofisti, Protàgora di Abdera (l'uomo è la misura di tutte le cose) e sviluppato più di duemilacento anni dopo da Cartesio con la polemica tra razionalismo ed empirismo, il relativismo torna oggi ad avere una grande importanza nel pensiero filosofico e teologico, con connotazioni pragmatiche, etiche e morali.
Il nuovo fiorire del pensiero relativista avviene intorno a due temi e due atteggiamenti diversi se si riferiscono alla conoscibilità cioè alle differenti interpretazioni della possibilità della conoscenza umana e alla morale, in quanto esistono norme derivanti dalla cultura diverse in ogni particolare società.

Il relativismo culturale è una ideologìa politico-sociale che difende la validità e ricchezza di ogni sistema culturale e nega qualunque valore morale o etico assoluto, il che significa considerare qualunque aspetto di un altro tipo di società o gruppo solo in relazione con gli standard culturali del gruppo stesso invece di farlo da un punto di vista universale, cioè valutandolo in relazione ai valori di altre culture o gruppi.

La conseguenza del pensiero relativista, che consiste nel non accettare alcun metro o criterio morale esterno assoluto al quale riferirsi, porta per esempio a considerare indifferentemente le diverse forme di matrimonio come la poligamìa o la poliandrìa o le unioni tra persone dello stesso sesso, che invece sono relative a un dato sistema culturale, oppure a considerare il vudù al pari della scienza, o a legittimare l'infibulazione e la schiavitù che tuttora vigono in certi sistemi e culture ove ancora queste pratiche sono normali.

Così la morale viene definita dagli usi e dai costumi vigenti, e quindi in una evoluzione continua secondo la prassi vigente al momento, magnificando il concetto che non esiste una verità di riferimento e che la verità dipende da ogni individuo in un dato spazio o tempo o campo di interessi.
A questo punto la via di uscita per evitare la relativizzazione dell'accesso alla verità è la metodologìa positivista, come metodologìa del raggiungimento della oggettività attraverso teorìe verificabili, ovvero l'applicazione del metodo scientifico all'etica e alla morale.

La chiave è opporre il concetto di 'tolleranza-pluralità' a quello di 'uniformità- unanimità', e contrapporre le motivazioni della razionalità a quelle del relativismo etico e morale per dimostrare (con la ragione appunto) che per la morale e il comportamento umano esistono riferimenti assoluti, quali ad esempio quelli derivanti dalla legge naturale, che invece il relativismo rifiuta come tali.

PER APPROFONDIRE
Il relativismo morale, nella dottrina della Chiesa Cattolica viene trattato in encicliche come '
Fides et Ratio' e 'Veritatis Splendor' ed oggi da Benedetto XVI quotidianamente criticato in ogni occasione.

Berto Lunizzi 2007