di Berto Lunizzi - OTTOBRE 2001
SINTESI
Islam - religione fondata da Maometto . Si chiamano inoltre Islam
sia il sistema sociale e politico che ne conseguì, sia il panorama
storico culturale artistico che prendendo avvio nell’Arabia del profeta
si estese dai Paesi dell’Asia centro-meridionale, del nord-ovest africano,
dell’area balcanica fino alla Penisola Iberica a seguito di conquiste
militari o del proselitismo mercantile. Si fanno qui alcuni brevi cenni della
Religione, del Libro Sacro, delle pratiche di culto, della dogmatica, delle
sette islamiche, della teologìa islamica e del sistema politico e del
diritto che ne discendono.
LA RELIGIONE - NASCITA E SVILUPPO
L’Islam si sviluppò in stretta connessione con
le vicende e attività personali del suo fondatore, diventando prima
espressione culturale di una comunità politica, e poi, dopo aver fomentato
la spettacolosa espansione araba, la religione di un’imponente massa
di fedeli e una delle tre grandi religioni universalistiche moderne (le altre
due sono il cristianesimo e il buddhismo). L’I. nasce nella prima metà
del sec. VII. L’ambiente, l’Higiaz, era religiosamente caratterizzato
da culti e credenze che l’Islam stesso, sulla falsariga della polemica
antipoliteistiea ebraica e cristiana, definisce politeistiche. C’è
da dubitare dell’esistenza di un politeismo vero e proprio, anche se
vigeva un termine, Allah, che in altre lingue semitiche significava “Dio”
(e!, un, ecc.). D’altra parte non si può neppure attribuire alla
fase preislamica della cultura araba condizioni di tipo primitivo: il Paese
confinava pur sempre con civiltà superiori, quali l’Impero romano
d’Oriente e l’Impero persiano; e comunque si sa di una diffusione
sia da parte ebraico-cristiana e sia da parte mazdea (Mazdeismo:
vedi note in fondo pagina) di un vago indirizzo monoteistico, al quale si
adeguavano coloro che gli Arabi stessi chiamavano hanifin, praticanti, prima
dell’I., una vita religiosa diversa dalle masse legate alle religioni
tribali. In questo ambiente Maometto cominciò a predicare la nuova
religione, che egli presentava come una rivelazione fattagli direttamente
da Dio. In veste di profeta (Rasul) Maometto conseguì
successi nella sua città natale, La Mecca, ma trovò anche un’opposizione
politica; perciò ai trasferì nell’altro importante centro
dell’Higiaz, Ystrib, che per gli islamici divenne la Città per
antonomasia, ossia Medina. Il 622 l’anno del “distacco”
( hijra, egira) dalla Mecca, segnò ufficialmente la
nascita della nuova religione, secondo la tradizione islamica che da quell’anno
fa decorrere la propria era, rinunciando alla cronologia cristiana.
IL CORANO
Il messaggio di Maometto è contenuto in un libro sacro, il
Corano, dal quale emerge la credenza in un Dio unico, onnipotente
e personale, Allah. Le sue caratteristiche, più che
da un’elaborazione teologica, emergono dalle istruzioni e dalle rivelazioni
che AIlah fornisce al suo Profeta di volta secondo le diverse
contingenze, spesso persino in contraddizione con quanto esposto in precedenza.
Dato che il numero delle sette islamiche 'protestanti' non
è trascurabile (sono almeno quante sono le sette protestanti cristiane)
il Corano non è unico e ve ne sono parecchie edizioni diverse. L'autore
ne ha una sunnita, e non desidera approfondire altro, visto che ci vorrebbe
una vita, esattamente come se si dovessero leggere tutte le versioni della
Bibbia (vecchio e nuovo testamento, apocrifi etc) che ci sono in giro. Accontentiamoci
allora delle evidenze principali.
EVIDENZE
Allah si esprime ai livelli più diversi: ora reclama la conversione
degli uomini in vista del giudizio universale, ora dà disposizioni
per la soluzione di una controversia di ordine legale o amministrativo. Questa mancanza di una teologia sistematica si spiega con l’iniziale
adesione teorica al dettato biblico, per cui non si aveva tanto la
coscienza né il proposito di fondare una nuova religione, quanto l’idea
rinnovare la prassi religiosa, così come risultava dall’esperienza
ebraico - cristiana. Il rinnovamento, pertanto non era contenuto nei limiti
della forma religiosa, ma acquistava i caratteri di una rinascita culturale
della nazione araba. Attraverso l’Islam la nazione araba prese coscienza
di sé e si confrontò col mondo in un processo espansionistico
che nel termine di pochi decenni la portò a conquistare una larga zona
dell’ecumene.
PRATICHE DI CULTO
Per quanto riguarda il culto, l’islamismo non è caratterizzato
tanto dai riti, quanto dall’adesione totale alla volontà di Dio.
In effetti non ha eliminato il ritualismo proprio ad ogni forma di religione,
ma non lo ha codificato in termini eccessivamente ristretti, o meglio non
ha esercitato un reale sforzo di codificazione delle pratiche rituali più
diverse che gli sono venute sia dalla tradizione araba, sia da dettati coranici
, sia dalle tradizioni dei popoli conquistati.
La precettistica cultuale è elementare e si riduce
ai cosiddetti ‘cinque pilastri’ della fede:
1) la professione di fede .
2) il versamento della “decima” alla comunità .
3) l’esecuzione delle preghiere giornaliere (cinque)
4) il digiuno del mese di Ramadam
5) il pellegrinaggio alla Mecca. (vedi pellegrinaggio a Roma . Ma per i cristiani
era un optional)
La preghiera è un’espressione della dedizione
a Dio; è un’affermazione dell’Islam di portata cosmica:
cinque volte al giorno, alla stessa ora, con gli stessi gesti, e rivolti nella
stessa direzione (La Mecca), tutti “coloro che praticano l’Islam
(muslim, musulmani) confermano l’esistenza di Dio e la loro propria
esistenza come corpo mistico indivisibile.
Venerdì, il giorno sacro scelto da Mohamed appositamente per distinguersi
dagli ebrei (sabato) e dai cristiani (domenica) , si prega collettivamente
nella moschea: la funzione, introdotta da una predica per essere valida deve
essere celebrata alla presenza di almeno 40 uomini. ( le
donne non contano)
Il digiuno, accompagnato dall’astinenza sessuale, distingue
il mese sacro di Ramadam, come il mese che fonda l’anno (e il mondo). Ramadam è il mese in cui Dio ha inviato la rivelazione al Profeta,
e pertanto va distinto con un comportamento ritualizzato.
Al riguardo si ricorda che (NDA: he! he! he!) digiuno e astinenza
sessuale non vanno intesi come rinunce in onore di Dio o in espiazione dei
peccati, quanto come rovesciamento dell’ordine usuale Infatti il divieto
di mangiare e di avere rapporti sessuali vale soltanto per le ore diurne,
mentre di notte tutto è permesso, a significare che ogni attività
mondana, normalmente svolta di giorno, in questo periodo eccezionale , si
svolge di notte.
Il pellegrinaggio alla Mecca che ogni musulmano deve compiere
almeno una volta nella vita, è la continuazione in chiave islamica,
di un antico culto pagano che si prestava a una pietra nera racchiusa in una
costruzione cubica (Ka’ba) della città.
Proprio a questo culto La Mecca doveva la sua importanza religiosa nel mondo
arabo preislamico e d’altra parte, proprio questa importanza fu decisiva
per la nascita e lo sviluppo dell’islamismo.
DOGMATICA DELL’ISLAM
La dogmatica islamica si richiama a tre fonti:
1) il Corano (rivelazione esplicita)
2) la Sunnah , cioè la tradizione sul comportamento di Maometto (rivelazione
implicita)
3) il consenso della comunità.
La credenza islamica è sintetizzata in una formula
‘shahadah’ che recita “non vi è altro Dio al di fuori
di Dio e Maometto è il suo profeta”
Gli angeli sono esseri di luce che Dio ha formato come esseri intermedi, non
hanno sesso e trascorrono il tempo nella lode di Dio in Cielo. L’angelo
Gabriele ha avuto il compito di trasmettere a Maometto la rivelazione divina.
li diavolo (lblis) è un angelo decaduto per non aver voluto adorare
Adamo. Di derivazione pagana è la credenza in certi spiriti, detti
ginn.
Nel campo d’azione profetica, si distingue tra profeti e inviati: i primi hanno avuto compito di conservare il vero
culto e i secondi quello di trasmettere la rivelazione. Maometto l’ultimo
Profeta-Inviato di una serie che nel Corano è di 25 ma che, secondo
la tradizione, raggiunge la cifra di 124.000.
Maometto, quale ultimo e definitivo Profeta-Inviato, viene detto nel Corano
stesso Khatam (Suggello). Gesù Cristo viene interpretato come
un Inviato. La credenza nell’immortalità dell’anima
è fondamentale; a essa consegue una rappresentazione dell’al
di là come Paradiso (Giannah o Firdaus) e come Inferno o Geenna, a
cui si è destinati secondo i meriti conseguiti in vita.
L’escatologia (storia della salvezza ) si completa, come per i cristiani,
con l’idea di una fine del mondo e di un Giudizio Universale.
SETTE ISLAMICHE
Credenze, a volte soltanto collaterali, ma comunque diverse, distinguono le
varie sette eterodosse. Di particolare sviluppo sono le credenze nell’imam e nel mahdi.
Dato che con l’Islam nasce non soltanto una religione ma una completa
unità culturale, con dimensioni, pertanto, anche socio-politiche (oltre
che artistiche, letterarie, ecc), non fa meraviglia che il suo sviluppo sia
condizionato da rivalità e lotte politiche, nelle quali il problema
del potere temporale coincideva con quello del potere spirituale.
CALIFFI : La carica di califfo, ossia di capo dell’Islam,
fu contesa tra due grandi famiglie, quella degli Omniadi e quella degli Alidi, finché si giunse a una scissione
del corpo islamico in due grandi parti con conseguenze di grandissima portata
anche per la definizione della fede. Il partito degli Alidi diede
forma all’eresia SCIITA (Shi’ab) la quale col
tempo assimilò ed elaborò ideologie di varia provenienza, estranee
all’Islam originario. L’unità culturale islamica si espresse
anche come un sistema di leggi, fomentando l’azione di giureconsulti
che ai svolse parallelamente all’azione teologica vera e propria, talvolta
addirittura intralciandone il passo.
SUNNITI: (sunnah = la norma) formulazione più diffusa
dell’Islam che costituisce la maggioranza in contrapposizione alle varie
eterodossie, soprattutto a quella sciita, distinta dalla eterodossie soprattutto
per motivi di ordine storico e pratico più che teorico.
La Sunnah è la tradizione, che integra
il corano e ne fa le veci quando mancano passi coranici adeguati alle
circostanze. Le norme della Sunna sono ricavate dai detti di Maometto , dal
suo comportamento e anche dal suo silenzio, ossia dalla mancanza di divieto
esplicito di compiere certe azioni. E’ formata dalla catena di garanti
che da Maometto in poi la hanno formata, e non è in contraddizione
col Corano. Insomma, c’è grande margine all’interpretazione,
il che permette un facile adeguamento alla storia. (Può accadere
che un domani qualcuno decida che Allah non ama gli italiani perché
sono peccatori e quindi decida e comandi di farci fuori tutti, però
solo se lo pensa possibile)
TEOLOGIA ISLAMICA (studio filosofico del
Corano) : le questioni teologiche più dibattute furono: il libero arbitrio,
che nell’ortodossia fu parzialmente negato in favore della predestinazione;
la validità delle leggi naturali e delle spiegazioni razionali riguardo
ai principi islamici. Più per contrasto alle elaborazioni giuridiche
e teologiche, che non contro i principi generali dell’Islam, che di
per sé è già completa dedizione a Dio, sorgono le formazioni
mistiche islamiche.
I mistici islamici — detti sufi, donde sufismo, il
misticismo islamico — si ritiravano dal mondo per dedicarsi alla contemplazione
di Dio, mediante ascesi e mortificazioni. Attorno a essi in qualche modo si
polarizzava la religiosità del popolo, in un alone di stima e considerazione.
Considerati come “santi”, se ne venerarono le tombe e, come maestri
si formarono attorno a loro gruppi di discepoli che, a partire dal sec. XIII,
diedero vita a veri e propri ordini monastici .
I DERVISCI: nel fenomeno generale si inseriscono questi santoni
che raggiungono l’estasi mediante danze estenuanti, ripetizione meccanica
di formule sacre e musica. Al misticismo pratico si deve aggiungere quello
teologico e filosofico, e anche quello poetico, che ha dato vita ad una letteratura
che influenza la religiosità ad ogni livello.
IL SISTEMA POLITICO
È strettamente connesso a quello religioso. L’insegnamento
del Corano dirige tutto l’orientamento politico del mondo musulmano
e gli impone le sue norme. I concetti più interessanti sono
due
1) la guerra santa (gihad) è l’elemento
dinamico della storia islamica, attraverso di essa si realizzò l’impero
islamico , l’espansione della fede fino a paesi lontanissimi , e la
diffusione della civiltà arabo-islamica in molte parti del mondo. La
gihad è considerata da molti il sesto pilastro della fede, perché
consente la propagazione della fede stessa. A DIFFERENZA DEI CINQUE PILASTRI
NON E’ UN DOVERE DEL SINGOLO MA E’ UN DOVERE COLLETTIVO.
Il precetto si può ritenere dunque adempiuto quando una parte almeno
della comunità si impegna valorosamente in una guerra contro gli infedeli.
Il DAR AL ISLAM , cioè il territorio dell’Islam è appartenente ai seguaci della vera fede. Quello intorno è
il DAR AL HARB , cioè ‘territorio di guerra’ .
Ove possibile è doveroso trasformarlo in DAR AL ISLAM. I nemici che
si convertono alla fede islamica sono accolti nella comunità dei fedeli,
mentre quelli che non lo fanno sono soggetti alla ‘conquista per forza’
o alla ‘conquista per trattati’. In questo caso i ‘popoli
del libro’ cioè ebrei e cristiani divengono ‘protetti’
se pagano una imposta fondiaria. Più tardi questa concessione si allargò
anche agli idolatri (es.: ai negri africani). I ‘protetti’ conservano
la proprietà fondiaria e il diritto a praticare il loro culto.
2) IL CALIFFATO: la comunità islamica è diretta
da un khalifa o imam, vicario di
Maometto, nell’esercizio di funzioni politiche e giudiziarie, CON
AUTORITA’ ILLIMITATA.
IL DIRITT0
Il diritto islamico comprende la Shariah (legge religiosa) regolatrice
del comportamento esterno del fedele verso Allah, se stesso e il prossimo;
il fiqh, comprensivo del diritto delle persone, familiare, successorio,
patrimoniale, giudiziario e penale, locale con un’appendice riguardante
il rituale religioso (giuramenti, voti, animali per il sacrificio, cibi e
bevande leciti e illeciti, vesti e costumanze da evitare). Autore di questo
diritto fu Maometto, che dopo la sua emigrazione (egira) dalla Mecca a Medina
(622), provvide di volta in volta a dare le norme necessarie alla vita sociale
del nascente gruppo dei suoi credenti: norme di carattere giuridico, ma sempre
emanazione della sua missione di “profeta di Allah”, portanti
il segno della “parola di Dio”, di cui egli aveva raccolto la
rivelazione. L’osservanza non costituisce solo un dovere personale per
ogni credente, bensì un dovere civile. Il potere legislativo
non è compito del sovrano ma dei dottori (ulama, preti
della legge).
Il diritto musulmano non conosce confini di stato, ma si
applica unico e identico dovunque esiste una comunità.
NOTE E RACCOMANDAZIONI PER GLI STUDENTI
IL MAZDEISMO nasce nel VI secolo a.C. I
Medi - dominati dai loro «cugini» persiani - hanno una potente
classe sacerdotale: i magi; fra di loro sarebbe nato, VII secolo a.C., Zoroastro (Zarathustra), fondatore dello zoroastrismo, che si fuse progressivamente
con il mazdeismo. Il risultato di questa evoluzione fu il mazdeismo
classico, introdotto dalla dinastia sassanide nel III secolo
d.C. e distrutto dall'Islam. I mazdeisti, perseguitati, emigrarono
allora nell'VIII secolo nella regione di Bombay, dove essi costituiscono ancora
attualmente il gruppo religioso dei Parsi. Certi zoroastriani
vivono nelle regioni centrali dell'Iran: sono i Guebri.
PRUDENZA: rispetto al nostro modo di vedere,
dal punto di vista socio-politico-antropologico gli islamici sono rimasti
indietro di almeno cinque secoli rispetto a noi. Però se doveste fare
una ricerca sull'ISLAM e aveste un professore di sinistra,
che normalmente non sopporterebbe alcunché di oggettivamente vero qualora
fosse contrario alla sua fede, vi consiglio di informarvi su quale testo o
sito web 'adattato' alle idee di costui dovete consultare. Ddovreste dimenticarvi
dunque di quanto ho scritto sopra perché il vostro professore vi prenderebbe
di sicuro in antipatìa... e addio diploma!
In quel caso dovete dire (senza farvi accorgere che mentite, e senza caricare
troppo) che gli islamici sono dei poveri sfruttati da noi occidentali, parlare
dei palestinesi assassinati e affamati dai Sionisti, dire contro ogni prova
contraria che noi li opprimiamo, che sosteniamo o abbiamo sostenuto i loro
tiranni a cominciare dai peggiori, e che rubiamo il loro petrolio etc. etc.
E' quindi evidente che hanno tutto il diritto di risentirsi e spararci addosso
e assassinarci con tutti i mezzi. E se proprio dovete parlare di attentati
e assassinii commessi da islamici, dovete ben guardarvi dal dire che si ammazzano
volentieri tra loro soprattutto per questioni razziali o religiose.
Non parlate della SHARIAH e della lapidazione, o del taglio
di organi umani come le mani e i piedi, ma solo delle legittime reazioni all'invadenza
e all'oppressione (nostra e degli ebrei , naturalmente) e se si fanno scoppiare
uccidendo un sacco di innocenti, dite che è per andare in paradiso
insieme a costoro... E soprattutto ignorate che esistono i martiri cristiani
(ormai dal 1990 ad oggi sono più di centomila) ammazzati da loro (e
anche dai comunisti, ovviamente) nei vari paesi fondamentalisti. Non esistono.
Non dite che nei paesi islamici fondamentalisti è vietata la pratica
di altri culti, e che se ti scoprono ti tagliano la testa, e cose simili.
Incontrerete mutismo e ostilità, e vi si risponderà che non
è vero o altre amenità del genere. Regolatevi. Se proprio non
sapete o non potete mentire non dite alcunché. Oggi è
meglio passare per fessi che per persone non di sinistra.
E non scopritevi mai, specialmente se il v/s professore
(di sinistra) sembra pacioso, tollerante, ragionevole, e piacevolmente saggio dietro la fluente capigliatura e la tipica barba venate di grigio e gli occhialetti
tondi da intellettuale. Lo sarà (saggio e tollerante) magari in altro
ma non nelle idee politiche o nelle analisi storiche. Consiglio comunque di
andarci molto cauti e di dire sempre quello che lui vuol
sentirsi dire, se non volete rischiare.
Lo dico per esperienza scolastica familiare. Però rimanete saldi nel
ragionare colla vostra testa, non cadete in trappole buoniste e parlate sempre
come se foste di sinistra, anche se lui vi esorta ad esprimervi liberamente.
Documentatevi a tutto tondo per sapere che la verità è una sola
e probabilmente non è sempre quella che piace al vostro sinistro professore.
Verrà di sicuro il momento che sarete liberi di contestargli le idee
balorde, quando e se egli non potrà più nuocere a voi o ai vostri
cari. E comunque sia non arrendetevi per stanchezza, ma continuate a sforzarvi
di pensate con il vostro cervello.
cordialmente
Berto Lunizzi
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