Pelosi Backs War Funds
Only With Conditions
Articolo del 16 Febbraio 2007 dal Washington Post - tradotto a cura di Berto Lunizzi

Pelosi Backs War Funds Only With Conditions

Equipment, Training For Troops Would Face New Standards
By Jonathan Weisman and Shailagh Murray
Washington Post Staff Writers
Friday, February 16, 2007; Page A01

Per vedere se era vero quel che era stato detto da quei marpioni del TG1 di Domenica 18 Febbraio 2007 sono andato a leggermi l'articolo e ho fatto la seguente Traduzione:


Pelosi appoggerà gli stanziamenti per la guerra solo a certe condizioni:
l’equipaggiamento e l’addestramento delle truppe dovranno soddisfare nuovi requisiti (quelli più moderni)
Di Jonathan Weisman e Shailagh Murray
Washington Post Staff Writers

Venerdì, Febbraio 16, 2007;
Pagina A01 Il portavoce del Parlamento, la democratica Nancy Pelosi (Deputato della California) ieri ha legato il suo appoggio alla richiesta di fondi per la Guerra in Iraq fatta dal Presidente Bush all'impegno su particolari requisiti di avvicendamento addestramento ed equipaggiamento delle truppe di linea, una mossa che potrebbe costringere a tagliare lo spiegamento di truppe e cambiare il corso dell’impegno americano in Iraq.


Se  il  Funzionario che autorizzò l'ingresso negli USA all'antenato di Nancy avesse saputo che guai futuri stava facendo, lo avrebbe rispedito in Italia

L'impegno viene richiesto perché il Congresso sembra pronto ad affermare la sua autorità in materia di Guerra e di diplomazia, relativamente a decisioni che la Casa Bianca pensa siano il dominio esclusivo del Presidente in quanto comandante in capo dello spiegamento e dell’addestramento delle forze militari.
Il Parlamento voterà oggi su una soluzione non vincolante che disapprova la decisione di Bush di spiegare ulteriori 21.000 uomini di truppa in Iraq. Inoltre il Leader della Maggioranza al Senato Harry M. Reid (neo senatrice democratica) ha annunciato un voto straordinario per il Sabato per cominciare il dibattito sulla risoluzione del Parlamento.
I Congressisti Democratici hanno segnalato la volontà di sfidare direttamente il Presidente Bush e tagliarne il potere sui conflitti armati, una mossa che accenderà quasi certamente il confronto legale sulla Costituzione Americana.
Rep. John P. Murtha (Deputato democratico della Pennsilvania), un alleato della Pelosi, sta riscrivendo la richiesta di spesa per limitare le scelte di Bush nel proseguire la guerra, e il Sen. Joseph R. Biden Jr. (Senatore democratico del Delaware), Presidente del comitato per le relazioni coll’estero, annuncia che cercherà di respingere l’autorizzazione del Congresso del 2002 concessa a Bush per portare la guerra in Iraq, e di emanare una legislazione che accorcerebbe la missione delle truppe laggiù allo scopo di iniziarne il ritiro.

"Se vogliamo sostenere le nostre truppe, dovremmo garantirgli ciò che consideriamo ragionevole: il loro addestramento e la durata delle loro licenze” ha detto Pelosi in una intervista con un piccolo gruppo di reporters. "Ciò che stiamo tentando di dire al Presidente è che non può mandare gente non addestrata alla guerriglia urbana, e impreparata ad affrontare una insurrezione.”
La mossa dei Democratici ha lo scopo di saggiare l’unità del partito nelle settimane a venire, cioè provare l’ansiosa conflittualità tra moderati e radicali sull'argomento di spingere il confronto col Presidente fino all’estremo.
Pelosi è stata prudente col dire che nessuna decisione finale è stata presa in termini legislativi cogenti. Ma ha anche appoggiato la proposta chiave ventilata da Murtha, inclusi i requisiti: gli uomini devono ricevere almeno un anno di riposo dopo una missione di combattimento, un addestramento speciale alla guerriglia urbana e antisommossa e essere dotati dell’equipaggiamento di sicurezza che i militari hanno faticato a fornire a tutti.

Il portavoce del Parlamento ha appoggiato il piano di Murtha per eliminare I fondi destinati alla prigione di Abu Ghraib presso Baghdad, laddove ci fu il famoso scandalo che ha gravemente macchiato l’immagine degli USA nella regione e nel mondo. La Pelosi ha anche fortemente sostenuto la necessità di una legislazione vincolante che chieda a Bush di ottenere l’approvazione formale del Congresso prima di ogni eventuale colpo militare inferto all’Iran. "il Congresso dovrebbe imporsi . . . e rendere ben chiaro che non c’è nessuna autorizzazione preventiva per il Presidente, per nessun Presidente, di entrare in Iran.” ella ha detto.

Biden, uno dei candidati dichiarati per la nomination presidenziale democratica del 2008 ha affermato che la sua proposta di legge autorizzerebbe l’uso limitato della forzain Iraq solo come parte del piano di ritiro delle truppe. "Il Congresso dovrebbe rendere molto chiaro che la missione delle nostre truppe avviene con l’obbiettivo di ritirarsi. Un ritiro responsabile, mentre si continua a combattere il terrorismo, mirato ad addestrare gli iracheni e rispondere alle emergenze” e ancora: "Dovremmo rendere ugualmente chiaro che la missione non è restare indefinitamente in Iraq per continuare ad esser presi di mira ed essere coinvolti in una guerra civile selvaggia."

Chiamando l’aumento delle truppe proposto da Bush come “un tragico errore” Biden ha detto “Opporsi all’aumento è solo il primo passo. Abbiamo bisogno di un cambiamento radicale del corso della guerra. Se il Presidente non agirà dovrà provare a farlo il Congresso, ma dovrà farlo responsabilmente. Dobbiamo resistere alla tentazione di spingere cambiamenti che appaiono buoni ma che potrebbero benissimo produrre cattivi risultati.”

La questione dell’Iraq ha coinvolto entrambi i lati del Campidoglio, ieri. Il Parlamento ha concluso tre giorni di dibattito e si preparato a votare questo pomeriggio su una risoluzione non vincolante che si oppone allo spiegamento di altre truppe in Iraq, mentre conferma il sostegno del Congresso “per i membri delle forze armate degli Stati Uniti che stanno servendo o che hanno servito eroicamente e onorevolmente in Iraq”.
I leaders dei Repubblicani al Senato dicono che solleciteranno i colleghi a opporsi al voto di Sabato, per protestare contro il rifiuto di Reid di permettere una loro risoluzione pro amministrazione, che impegnava a continuare gli stanziamenti. I leaders dei Democratici vogliono invece vedere il bluff di un gruppo di Senatori Repubblicani che si oppongono a nuovi spiegamenti di truppe ma hanno votato con il loro partito per impedire che venisse messa sul tappeto una precedente risoluzione Democratica di segno opposto.

Entrambe le leaderships hanno rifiutato di muoversi lentamente, non volendo rallentare su quello che concordano stia per diventare il problema dell’anno. "Non voglio che ci sia la votazione. Penso che il tempo non sia maturo e penso che il procedimento sia sbagliato, come pure anche nella sostanza” ha detto il capo della minoranza al Senato Trent Lott (Repubblicano - Missouri). Mentre il parlamento preparava i suoi testi, i leaders Democratici al Senato si sono velocementi allacciati a questi, credendo che i Repubblicani avrebbero trovato maggiori difficoltà a bloccarli a causa della relativa brevità, del linguaggio molto comprensibile e soprattutto per il forte dichiarato sostegno alle truppe USA . "Da una parte hanno il loro Presidente, e dall’altra I loro legislatori” ha detto il Sen. Charles E. Schumer (Democratici -N.Y.). "Essi sono diametralmente agli opposti, e perciò adesso non debbono più cazzeggiare".

Ma mentre questo dibattito continuava, i Democratici anziani stavano chiaramente preparando la prossima mossa contro Bush sulla guerra in Iraq.
Murtha, il potente Presidente dellla subcommissione parlamentare sulla Difesa, ha esposto il suo piano per limitare l’uso di fondi di Guerra da parte dell’amministrazione in una intervista rilasciata ieri su internet.. Secondo questa proprosta di legge alle truppe verrebbe riconosciuto un anno di riposo tra due successive spiegamenti, I turni di combattimento non potrebbero essere più allungati, e il Pentagono dovrebbe arrestare il suo programmma "stop-loss" che proibisce ad alcuni ufficiali di lasciare il servizio militare quando il loro turno di servizio è completato.

L’idea è neutralizzare le responsabilità politiche del piano dei Democratici per far esaurire la guerra sugli stanziamenti. Il partito ralllenterebbe gli sforzi di guerra anche con altri mezzi, ha detto Murtha in una intervista trasmessa sul nuovo sito web MoveCongress.org. "In ciò che stiamo dicendo sarà molto difficile trovare punti deboli ed errori" ha detto. "Stiamo sostenendo le truppe. Stiamo proteggendole. D’altra parte stiamo femando questo incremento"

I Democratici stanno cercando anche di convincere il loro fianco sinistro, gli attivisti anti-guerra implorandoli di permettere loro di far finire gradualmente la guerra stessa tramite la politica dell’aumento dei requisiti di addestramento e di sicurezza piuttosto che con il ritiro immediato dei fondi per la guerra, contrariamente a quanto invece molti attivisti hanno richiesto.
In un video consegnato a 1,200 "movie parties" che il gruppo liberal MoveOn.org ha prodotto la notte scorsa, Murtha ha promesso: "Questo paese ha bisogno di un cambio radicale del corso della Guerra in Iraq, ed è responsabilità di questo Congresso di portare a termine questo cambiamento."
I Repubblicani stanno godendosi la battaglia tra Democratici. Il capo della minoranza John A. Boehner (Repubblicano - Ohio) ha etichettato la proposta Democratica emergente “un piano per tagliare I fondi alle truppe in armi dando a tutti la certezza che i rinforzi necessari a completare la loro missione in Iraq non arriveranno mai”
La scrittrice di Staff Karen DeYoung ha contribuito a scrivere questo report

Commento: quelli di sinistra sono uguali dappertutto in America come in Italia. Distruttivi e imbecilli cercano di danneggiare il loro paese, a quale scopo non si sa. Se riusciranno a ridurre gli USA come l’Europa vi consiglio di cominciare a pregare. Quelli del Tg1 sono come minimo imprecisi

 

È interessante leggere oggi questo articolo , 15 anni dopo la pubblicazione, per capire l'immensa stronzaggine e malafede dei democatici USA e la loro malafede, simile a quella dei nostri progressisti.