Antefatto: tanto per passare il tempo
Di passaggio dal Tribunale Renato incontrò Vincenzo. Per
ingannare il tempo in attesa che il Giudice li chiamasse, si misero
a discorrere dei tempi in cui erano ancora in vita sulla Terra.
Renato appena seppe che Vincenzo era morto durante il XXI°
secolo, voleva che l'altro gli raccontasse qualcosa di sé
e anche qualcosa dei tempi che non aveva potuto vedere perché
invece era morto in combattimento in un paesino di montagna, durante
la Resistenza.
(*) Infatti era stato ucciso il 24 Aprile del '44, all'età
di 22 anni mentre assaltava una caserma.
Giovane,
onesto e infiammato dagli ideali di lealtà e coraggio dell'Accademia
Militare di Modena, non aveva pensato che i suoi compagni avrebbero
potuto squagliarsi dopo le prime fucilate e si era spinto troppo
avanti rispetto agli altri. Era caduto colpito al capo dalla reazione
dei nemici.
Nessuno aveva 'coperto' Renato e nessuno aveva voluto aprirgli
la porta per nasconderlo mentre si trascinava via dalla linea
del fuoco; era già quasi morto quando era stato raggiunto
da un repubblichino che gli aveva fracassato il cranio col calcio
del fucile. <Porco di un Badogliano!> aveva urlato
mentre lo ammazzava.
ENZO : <Dei miei tempi di guerra, c'è poco da dire. Dopo l'armistizio di
Cassibile ho fiutato il vento e sono scappato per evitare di essere
reclutato dai repubblichini, anche se ero poco più di un
bambino; mi sono nascosto di giorno tra un pagliaio e l'altro,
e i contadini mi aiutavano e mi davano da mangiare.
Bisognava
stare attenti perché ce n'era anche qualcuno che aveva
i figli a Salò, ma sono stato fortunato. Mi ricordo il
vecchio Libero Sbarbati, uno che aveva fatto la settimana rossa
con Nenni e Mussolini, mica scherzi, e che mi trovò infreddolito
e mi dette da mangiare.
La notte mi faceva addirittura dormire
in casa, con le mucche. (sospiro di nostalgìa).
Erano bei tempi, anche se un po' scomodi ! Tutto sommato però
avevo avuto molto più paura prima, in città, coi
bombardamenti a tappeto ... e dopo qualche mese sono arrivati
gli Alleati.
Io ero giovanissimo, non ero ancora in età
del militare, ma i Capi mi hanno dato un fucile e sono andato
in giro a sfilare con tutti gli altri.
Non ho mai ammazzato nessuno
però! E non so nemmeno dove sono le famose fosse comuni
di Reggio e dintorni perche dopo il 25 aprile sono tornato in città dalla mamma.
Poi per motivi vari, dato anche che ero stato partigiano e la
mamma era vedova, non ho fatto il militare e ho potuto liberamente
finire la scuola e così via .>
RENATO: <Eri più
giovane di me e non hai fatto il militare (pausa) Io invece ero stato allievo Ufficiale dell'Accademia di Modena.
Poco dopo la nomina a sottotenente ricevuta dal Principe Umberto in persona sono
dovuto scappare in montagna.
Sai, avevo giurato fedeltà alla Monarchìa e dovevo
rispettare quel giuramento (sospiro) dato che ero anche
religioso e osservante. Chissà se il voltafaccia che avevamo
fatto ai Tedeschi, e per di più in modo così poco
intelligente, non fosse stato fatto apposta?
Non credo che possiamo chiederlo al Maresciallo Badoglio perché
mi pare sia all'inferno già da un bel po', ma un giorno
o l'altro forse potremo incontrare Sua Maestà e casomai
se la cosa ci interesserà ancora, lo chiederemo a Lui.
Comunque, se ti interessa ero della 'Osoppo', e i fascisti mi
hanno ammazzato prima, se no mi avrebbero fatto fuori magari i
nostri colleghi comunisti alla malga Porzus, dove hanno rubato
anche la Cassa della Divisione. (pausa)
Ma tutto quello
che è successo fino alla fine del secolo XX° me lo
hanno già raccontato altri. Vorrei sapere da te del dopo ...
In quello stesso momento la filodiffusione smise improvvisamente
di suonare 'la primavera' di Vivaldi che faceva di sottofondo
al brusio leggero di coloro che attendevano il loro turno nel
grande atrio, e si fece silenzio.
<Renato è pregato di presentarsi alla porta del
Paradiso .... Renato è pregato di presentarsi alla porta
del Paradiso ... > disse una voce armoniosa.
RENATO: (alzandosi dalla panca) <come
hai sentito devo andare, scusami...>.
ENZO: (alzandosi
anche lui, stringe la mano a Renato) <arrivederci, speriamo.(pausa) Ma sai, io sono stato giornalista, ero diventato massone, e per
di più mi vantavo di aver fatto la Resistenza.
L'ho fatto
perché faceva chic, per fare carriera e perché era
di moda. (pausa) Se riesco a sfangarla e vado in Purgatorio,
ci vediamo al Giudizio Universale. Addio.>
E Renato si allontana rivolgendo a Enzo un cenno di saluto, mentre
la musica di sottofondo, delicatamente ricomincia a suonare 'la primavera' di Vivaldi.
B. P. Lunizzi (non profit freelance)
NDA
(*) Per il resto, ogni riferimento alla realtà
è puramente casuale, ma la morte di Renato è
una storia vera, che offro secondo il racconto che mi fece nel
1956 il padre di Renato, anche lui Ufficiale degli Alpini, il
quale mentre il figlio moriva era prigioniero in un campo inglese
sull Himalaya, ma che in anni successivi dovette identificare
il cadavere e anche raccolse varie testimonianze.
Il sottotenente degli alpini Renato, fu decorato anche con la
MOVM alla memoria. A Udine gli hanno anche intitolato una
piazza dietro la basilica di S. Maria delle Grazie. E' sepolto
al cimitero di Tolmezzo (UD)
Titini erano i partigiani comunisti di Tito che volevano eliminare
l'etnia italiana dalla regione. Per fare quella 'pulizia etnica'
infoibarono più di 10.000 civili innocenti nei dintorni
del confine. Oltre ad ammazzare anche partigiani monarchici, naturalmente.
Ovviamente c'erano anche i partigiani comunisti delle 'Brigate
Garibaldi' a dar loro una buona mano, e anche loro fecero la loro parte.
Non trovo
vignette da inserire qui, credo perché pochi oserebbero far
dello spirito su certe cose. E' proibito per legge, ma in compenso credo di
poter azzardare questa innocua barzelletta:
A un comizio della Grande Confederazione
Generale Italiana dei Lavoratori l'oratore, grande e grosso
sudato e rosso in faccia, arringa i presenti e come sempre
ricorda la Resistenza al nazifascismo.
Con l'oggetto della
vertenza sindacale in atto la Resistenza c'entra come un pinguino al polo
nord, ma fa sempre effetto, soprattutto quando poi si accusa
il capo del governo regolarmente eletto di essere un dittatore fascista perché non è comunista.
Sotto il palco due operai dei sindacati autonomi, travestiti
da socialisti, parlottano di come riparare lo scaldabagno elettrico
a resistenza dello spogliatoio della fabbrica, che oggi
si è rotto:
Primo operaio: se gli
togliamo la resistenza, che succede?
Secondo operaio: è ovvio, se gli
togli la resistenza, resta il bidone ! |
Che dite, può essere applicata
a tanti politici e tanti giornalisti, o no ?
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