Dialogo tra Renato ed Enzo


Morale
:
questo piagnone - aveva dolori al pancino - era proprio a Comiso mentre gli Alleati sbarcavano Linetto ne1943
   Futuro partigiano o pericolosissimo fascista?
in Sicilia, ma deve ahimé confessare di non aver fatto la Resistenza, perché prendeva ancora il latte dalla mamma.
A
nzi purtroppo essendo 'figlio della lupa' potrebbe essere accusato di essere fascista, dato che era appunto in fasce e perchè non si è energicamente opposto a che la mamma incassasse l'assegno di natalità del Regime.
Quindi relativamente ai partigiani, o si tratta di persone giovanili tipo quei sardi che campano bene anche dopo compiuti i cento oppure rimane un mistero di come abbiano fatto a essere della resistenza alcuni che oggi sono apparentemente poco più anziani di questo fantolino disperato della foto.
O sono eccezionamente giovanili - uno o due ce ne sono - o non saranno forse appartenenti al famoso Clan degli Immortali, quelli dei film con Christopher Lambert?


Antefatto: tanto per passare il tempo

Di passaggio dal Tribunale Renato incontrò Vincenzo. Per ingannare il tempo in attesa che il Giudice li chiamasse, si misero a discorrere dei tempi in cui erano ancora in vita sulla Terra.
Renato appena seppe che Vincenzo era morto durante il XXI° secolo, voleva che l'altro gli raccontasse qualcosa di sé e anche qualcosa dei tempi che non aveva potuto vedere perché invece era morto in combattimento in un paesino di montagna, durante la Resistenza. (*) Infatti era stato ucciso il 24 Aprile del '44, all'età di 22 anni mentre assaltava una caserma.
Giovane, onesto e infiammato dagli ideali di lealtà e coraggio dell'Accademia Militare di Modena, non aveva pensato che i suoi compagni avrebbero potuto squagliarsi dopo le prime fucilate e si era spinto troppo avanti rispetto agli altri. Era caduto colpito al capo dalla reazione dei nemici.
Nessuno aveva 'coperto' Renato e nessuno aveva voluto aprirgli la porta per nasconderlo mentre si trascinava via dalla linea del fuoco; era già quasi morto quando era stato raggiunto da un repubblichino che gli aveva fracassato il cranio col calcio del fucile. <Porco di un Badogliano!> aveva urlato mentre lo ammazzava.

ENZO : <Dei miei tempi di guerra, c'è poco da dire. Dopo l'armistizio di Cassibile ho fiutato il vento e sono scappato per evitare di essere reclutato dai repubblichini, anche se ero poco più di un bambino; mi sono nascosto di giorno tra un pagliaio e l'altro, e i contadini mi aiutavano e mi davano da mangiare.
Bisognava stare attenti perché ce n'era anche qualcuno che aveva i figli a Salò, ma sono stato fortunato. Mi ricordo il vecchio Libero Sbarbati, uno che aveva fatto la settimana rossa con Nenni e Mussolini, mica scherzi, e che mi trovò infreddolito e mi dette da mangiare.
La notte mi faceva addirittura dormire in casa, con le mucche
. (sospiro di nostalgìa). Erano bei tempi, anche se un po' scomodi ! Tutto sommato però avevo avuto molto più paura prima, in città, coi bombardamenti a tappeto ... e dopo qualche mese sono arrivati gli Alleati.
Io ero giovanissimo, non ero ancora in età del militare, ma i Capi mi hanno dato un fucile e sono andato in giro a sfilare con tutti gli altri.
Non ho mai ammazzato nessuno però! E non so nemmeno dove sono le famose fosse comuni di Reggio e dintorni perche dopo il 25 aprile sono tornato in città dalla mamma.
Poi per motivi vari, dato anche che ero stato partigiano e la mamma era vedova, non ho fatto il militare e ho potuto liberamente finire la scuola e così via
.>

RENATO: <Eri più giovane di me e non hai fatto il militare (pausa) Io invece ero stato allievo Ufficiale dell'Accademia di Modena. Poco dopo la nomina a sottotenente ricevuta dal Principe Umberto in persona sono dovuto scappare in montagna.
Sai, avevo giurato fedeltà alla Monarchìa e dovevo rispettare quel giuramento
(sospiro) dato che ero anche religioso e osservante. Chissà se il voltafaccia che avevamo fatto ai Tedeschi, e per di più in modo così poco intelligente, non fosse stato fatto apposta?
Non credo che possiamo chiederlo al Maresciallo Badoglio perché mi pare sia all'inferno già da un bel po', ma un giorno o l'altro forse potremo incontrare Sua Maestà e casomai se la cosa ci interesserà ancora, lo chiederemo a Lui.
Comunque, se ti interessa ero della 'Osoppo', e i fascisti mi hanno ammazzato prima, se no mi avrebbero fatto fuori magari i nostri colleghi comunisti alla malga Porzus, dove hanno rubato anche la Cassa della Divisione.
(pausa)
Ma tutto quello che è successo fino alla fine del secolo XX° me lo hanno già raccontato altri. Vorrei sapere da te del dopo ...

In quello stesso momento la filodiffusione smise improvvisamente di suonare 'la primavera' di Vivaldi che faceva di sottofondo al brusio leggero di coloro che attendevano il loro turno nel grande atrio, e si fece silenzio.
<Renato è pregato di presentarsi alla porta del Paradiso .... Renato è pregato di presentarsi alla porta del Paradiso ... > disse una voce armoniosa.

RENATO: (alzandosi dalla panca) <come hai sentito devo andare, scusami...>.

ENZO: (alzandosi anche lui, stringe la mano a Renato) <arrivederci, speriamo.(pausa) Ma sai, io sono stato giornalista, ero diventato massone, e per di più mi vantavo di aver fatto la Resistenza.
L'ho fatto perché faceva chic, per fare carriera e perché era di moda.
(pausa) Se riesco a sfangarla e vado in Purgatorio, ci vediamo al Giudizio Universale. Addio.>

E Renato si allontana rivolgendo a Enzo un cenno di saluto, mentre la musica di sottofondo, delicatamente ricomincia a suonare 'la primavera' di Vivaldi.

B. P. Lunizzi (non profit freelance)

NDA
(*) Per il resto, ogni riferimento alla realtà è puramente casuale, ma la morte di Renato è una storia vera, che offro secondo il racconto che mi fece nel 1956 il padre di Renato, anche lui Ufficiale degli Alpini, il quale mentre il figlio moriva era prigioniero in un campo inglese sull Himalaya, ma che in anni successivi dovette identificare il cadavere e anche raccolse varie testimonianze.
Il sottotenente degli alpini Renato, fu decorato anche con la MOVM alla memoria.  A Udine gli hanno anche intitolato una piazza dietro la basilica di S. Maria delle Grazie. E' sepolto al cimitero di Tolmezzo (UD)

Titini erano i partigiani comunisti di Tito che volevano eliminare l'etnia italiana dalla regione. Per fare quella 'pulizia etnica' infoibarono più di 10.000 civili innocenti nei dintorni del confine. Oltre ad ammazzare anche partigiani monarchici, naturalmente. Ovviamente c'erano anche i partigiani comunisti delle 'Brigate Garibaldi' a dar loro una buona mano, e anche loro fecero la loro parte.

Non trovo vignette da inserire qui, credo perché pochi oserebbero far dello spirito su certe cose. E' proibito per legge, ma in compenso credo di poter azzardare questa innocua barzelletta:


A un comizio della Grande Confederazione Generale Italiana dei Lavoratori l'oratore, grande e grosso sudato e rosso in faccia, arringa i presenti e come sempre ricorda la Resistenza al nazifascismo.
Con l'oggetto della vertenza sindacale in atto la Resistenza c'entra come un pinguino al polo nord, ma fa sempre effetto, soprattutto quando poi si accusa il capo del governo regolarmente eletto di essere un dittatore fascista perché non è comunista.
Sotto il palco due operai dei sindacati autonomi, travestiti da socialisti, parlottano di come riparare lo scaldabagno elettrico a resistenza dello spogliatoio della fabbrica, che oggi si è rotto:

Primo operaio:  se gli togliamo la resistenza, che succede?
Secondo operaio: è ovvio, se gli togli la resistenza, resta il bidone !

Che dite, può essere applicata a tanti politici e tanti giornalisti, o no ?