Il disobbediente Francesco Caruso, candidato
di Rifondazione comunista alla Camera, è un latifondista
milionario o per lo meno un discreto proprietario terriero. Lui,
che agli elettori promette l’esproprio delle seconde case,
è proprietario di uliveti, vigneti, terre da agrumi, terreni
da pascolo e immobili, sparsi tra vari comuni in provincia di
Cosenza, frutto del generoso lascito di uno zio.
La visura catastale su terreni e fabbricati intestati al leader
dei No Global meridionali Francesco Saverio Caruso, è
lunga sette pagine.Nei comuni calabresi di Longobucco,
Calopezzati, Corigliano Calabro, nel Cosentino, il giovane No
Global è un padrone a cui dare del voi.
Ha proprietà,
immobili e terre, per un valore enorme.
Sei appezzamenti tra terreni
da pascolo e uliveti in località Calopezzati. Una frazione
di un vasto agrumeto a Corigliano Calabro, metà proprietà
di due terreni da 15 e 9 ettari a Longobucco, dove possiede anche
una frazione di due appartamenti di 5 locali. Nella sua rendita
catastale figurano poi altri 35 terreni (vigneti, uliveti e pascoli)
sempre a Longobucco. Tra cui un uliveto di 54 ettari e un altro
di 60, un querceto di 22 ettari, un frutteto di 38 ettari, poi
pascoli e campi a perdita d’occhio. Nel complesso, una proprietà
da latifondista coi fiocchi.
Ma anche da papà e mamma non è
mancato nulla al giovane Francesco, antagonista cresciuto negli
agi della ricca famiglia beneventana prima di trasferirsi nell’Officina
99 e nel centro sociale Ska di Napoli, dopo l’università
a Bologna, la laurea all’Istituto universitario Orientale
di Napoli e la scoperta del mondo dei centri sociali.
Con i genitori
e il fratello ha vissuto per anni, fino alla fine del liceo, in
un superattico di 350 mq nel centro storico di
Benevento, nella lussuosa via Calambra. Appartamento
in cui la famiglia Caruso stava in affitto, con un canone di favore.
Proprietarie dell’immobile erano infatti le Ferrovie dello
Stato, di cui il padre era – oggi è in pensione –
un dirigente, chiamato a Benevento dalla sua Calabria per realizzare
un importante intervento infrastrutturale sulla rete della città
campana.
E forse il contrappasso, la carriera edipica di Francesco,
comincia proprio così, dal padre. Ingegnere capo delle
FS, governatore regionale dei Rotary, fu proprio lui a progettare
le infrastrutture dell’Alta velocità a Benevento,
un viadotto e il tunnel ferroviario, opera che oggi permette di
viaggiare in Eurostar da Benevento a Foggia in poco più
di un’ora.
Strano pedigree per il movimentista che blocca
i binari, sabota i cantieri e promette battaglia agli alleati
che tentennano sul no alla TAV. «Quando ero piccolo mio
padre mi diceva: se vai alla manifestazione ti rifilo due ceffoni.
E io col cavolo che ci andavo». Per diventare ribelle Francesco
ha aspettato la maturità.
Adesso può vantarsi di avere 12 avvocati per le
sue 29 cause giudiziarie aperte.
Al Rotary ha preferito il Chiapas, (non ha fatto male in verità) ma alle proprietà non ha rinunciato.
Qualcuno dica a Bertinotti che il curriculum del suo
capolista in Calabria sembra uscito dai registri di uno yacht
club di Montecarlo. O forse il leader già lo sa, perchè
non è così nuovo il caso di un antagonista che sotto
il materasso nasconde un patrimonio da ricco borghese.
Ma Caruso
li supera tutti, e anche in questo è un No Global sui generis:
l’unico che partecipa ai cortei in bicicletta per non faticare,
e che a Seattle, dopo un assalto al McDonalds’s interrogato
dalla CNN sui motivi della protesta così rispondeva: «Nun
lo saccio, chillo panino è bbuono assai».
Ma lo conoscono
meglio a Benevento, dove le malelingue stavolta aggiungono: «Tanto
se gli va male in politica, i soldi per arrivare a fine mese non
gli mancano di certo». Per lui, San Precario non ha bisogno
di preghiere.
Berto P. Lunizzi (non profit freelance)
Maggio 2006 Fonte: Il Giornale |