IL CACCIATORE DI AQUILONI 02/01/2008 |
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Mi scuso anzitutto con tutti i miei amici virtuali per non avere più frequentato i loro blog a causa di problemi familiari, e prometto di riprendere presto le mie visite. Infatti, obbedendo alla famosa legge di Murphy, tutti gli eventi negativi - per dare un'idea riferisco solo i principali - che hanno avuto la possibilità di verificarsi si sono concentrati nell'ultimo periodo dell'anno vecchio e nei primi giorni del nuovo, compreso il ricovero ospedaliero urgente di mio suocero per l'impianto di un pace maker, la malattìa di una ex donna di servizio di casa mia molto anziana e senza parenti che io assisto abitualmente, e infine il mio attacco influenzale con una leggera complicanza bronchiale. Vorrei tuttavia raccomandare a tutti la lettura di un bellissimo romanzo che un figlio mi ha regalato per Natale. L'ho divorato mentre ero a letto, e anche secondo me ha appunto il solo difetto di farsi divorare troppo in fretta: si tratta de "il cacciatore di aquiloni" di Khaled Hosseini. Secondo me, più che gli avvenimenti visti da un occidentale tramite i i social media, è solo una lettura, una come questa che chiarisce meglio le idee. La narrazione di Hosseini mi ha fatto pensare e mostrato uno squarcio di quel mondo, che la maggior parte di noi ha visto in TV o al cinema, e che crede di conoscere attraverso i reportages giornalistici, ma che in realtà non conosciamo affatto; un mondo violento e sinistro, sconvolgente, dove le donne sono invisibili, la bellezza è fuori legge, e nemmeno gli aquiloni possono più volare.
Vivacchieremmo comunque, tra mille contraddizioni, anche come fanalino di coda della nostra Europa prospera e imbelle, priva di radici, che per sopravvivere si affida ancora alla protezione degli Stati Uniti d'America dopo sessant'anni dall'ultimo conflitto . Ma l'onda terribile della storia che travolge le vite delle persone e le cambia radicalmente, in modi oggi inimmaginabili, sicuramente sta arrivando anche da noi, e ha iniziato con gli assalti fuori controllo di immigrati e di disperati in miserrimo stato, alcuni economico, altri fisico, e altri ancora anche psichicamente labile. Oggi ai semafori all'incrocio di viale Europa con la Cristoforo Colombo ho visto alcune persone con barbone riccio e nero e pelle di color cuoio scuro, che girano nudi ricoperti solo da un cappottone sdrucito, alcuni anche a piedi nudi e scalzi - e siamo solo di qualche grado sopra lo zero - e che stendono la mano elemosinando .... Ricordo che fu nel 1951, mentre un amico di mio padre mi portava a scuola con la sua vecchia Fiat Balilla, che mi capitò di vedere qualcosa di simile a quello che vedo oggi. Bisogna ricominciare ad essere seri, ragazzi! |