LA PERSECUZIONE MEDIATICA TIPICA |
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Parlavo giorni fa con mio figlio Max, che quest'estate è venuto a passare una quindicina di giorni a casa nostra con i nipotnii Stella ed Enea. Non so come, forse per un pezzo diTG che avevamo visto di sfuggita, mio figlio mi fa: " e anche quel Donald Trump, che vegogna! Un vecchio porco depravato che si porta appresso delle ragazzine! ". "Come no" - ho detto io - "una è la figlia, l'altra è la nuora, la moglie di suo figlio!". Poi ieri, cercando in TV la trasmissione culturale preferita da mia moglie, càpito per caso in una trasmissione divulgativa di un network privato. All'improvviso appare sullo schermo il viso sorridente di un giornalista grassoccio e quello furbetto di un altro che porta il nome di un antico Re d'Israele, antenato di Gesù Cristo, e che di cognome fa come la città istriana della 'mula' - la ragazza che aveva aperto una bottega dove si vendeva di tutto meno che il baccalà - e anche quella della 'morosa vecia' che un tale teneva per riserva, e che quando spuntava l'erba mandava a pascolà. (Nb. questo brano è comprensibile solo da per persone che conoscono un po' il Nord Italia e le sue canzoni tradizionali) Avendo seguìto l'andamento della campagna per l'elezione del Presidente USA ho riscontrato ancora una volta che la globalizzazione ha sparso la voglia di violenza dovunque, specialmente in quegli ambienti che non vogliono rassegnarsi all'inevitabile e insistono a non collegare gli effetti degli eventi alle loro cause. Per interesse o perché ne sono incapaci? LA GLOBALIZZAZIONE POLITICA Non è solo nella morale e nei costumi che c'è stato questo tracollo, ma in ogni campo e in ogni atteggiamento rispettoso delle leggi naturali. L'attacco alla onorabilità e alla credibilità degli avversari, le campagne di discredito e di violenza senza precedenti e il mare di disinformazione e sporca menzogna nel nostro paese, hanno bloccato le riforme; negli ultimi anni hanno anche favorito in Italia un colpo di stato di sinistra finanziato dai concorrenti economici europei. Questo modo di concepire la propaganda ha ispirato tutti i mondi della politica, ma specialmente l'azione di quei sedicenti progressisti che in realtà sono i peggiori conservatori. Sono lontani i tempi in cui l'establisment USA costringeva alle dimissioni il presidente repubblicano Nixon, perché aveva terminato la guerra in Vietnam e rovinato i loro affari svalutando il dollaro e dichiarandone l'inconvertibilità. La battaglia globale disonesta senza esclusione di colpi per screditare Donald Trump, che i democratici americani hanno imparata dai nostri progressisti - o sono loro, gli americani. che ce l'hanno insegnata? - è stata pari pari quella che fu usata in Italia nel 1992 per distruggere la prima Repubblica, e successivamente per bloccare e ostacolare le riforme e per rovinare la vita a chi aveva impedito la conquista del potere da parte di quelli che allora erano ancóra dichiaratamente comunisti. A me gli USA interessano solo in funzione dell'effetto delle loro politiche sul mio paese. Non posso però fare a meno di notare che anche l'esistenza dell'UE, di cui fanno parte paesi che hanno sperimentato il marxismo, e quindi sanno di che si tratta, e altre potenze come la Germania, sta mettendo in risalto e a lungo andare metterà sempre più in evidenza ovunque - per forza di cose - i trucchi, le menzogne propagandistiche, e l' inadeguatezza politica del giacobinismo finto--progressista. MA IL SIGNORE DELLA STORIA È SEMPRE LO STESSO, CIOÈ DIO ONNIPOTENTE E MISERICORDIOSO. E NON SAREMO NOI CREATURE A SUGGERIRGLI O A IMPORGLI QUELLO CHE ci permetterà di fare della nostra libertà.
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