Commento al Vangelo di Gesù Cristo secondo LUCA 8,19-21.
Come essere o diventare seguaci di Gesù Cristo stando nel mondo e nella propria situazione personale

Con questo breve brano Gesù Cristo conferma che la condizione necessaria per essere Suoi discepoli è ascoltare la parola di Dio, tramandata con il Nuovo Testamento, per poi metterne in pratica gli insegnamenti.
Per capire meglio quello che il racconto sacro dice e non prendere lucciole per lanterne dovrei conoscere bene la storia e l'ambiente dell'epoca anche da altre fonti.
Infatti per essere buon cristiano devo continuamente curare la mia cultura storica e la formazione religiosa corretta, che mi aiutino a scrostarmi di dosso i sedimenti tradizionali errati accumulati durante secoli, e quelli anche recenti, che ostacolano la comprensione.[nota 1]. Nella lettura dei Vangeli si tratta di non tener conto delle conseguenze di ignoranza, superstizione, delle conseguenze delle lotte di religione, e anche delle deformazioni politiche.
Poi mi immagino accanto ai personaggi, del racconto evangelico, e fingo di essere tra loro ad ascoltare Gesù. Ma questo non è sufficiente perché devo anche completare l'ascolto con un comportamento consono alla volontà di Dio, nella particolare situazione in cui io stesso mi trovo.

Sono laico, un cittadino che si sforza di obbedire alle leggi; vivo in un intorno dove ci sono persone che dipendono da me, e quindi per essere concreto devo applicare la Parola alla mia situazione particolare.
Devo vivere immerso nel mondo ma esserne distaccato, però fare tutto quello che posso e che è conveniente per servire il mio prossimo.
La precedenza devo darla al mio prossimo più prossimo, con le dovute gerarchie. Per pima cosa viene Dio, poi la mia famiglia, gli amici e i conoscenti, la comunitá in cui vivo,la mia Patria e poi gli altri.

Dato che non sono né un religioso né un eremita questo è il mio modo di ascoltare e mettere in pratica la Parola di Dio. Non ho la velleità o l'ambizione di fare chissà quali atti di eroismo o chissà quali cose straordinarie, ma cerco di santificarmi compiendo i miei doveri fedelmente nella vita di tutti i giorni, il che non è poco, almeno per me.
E accetto quello che Dio mi manda, Accetto eventualmente tutto: quindi anche eventuali ricchezze, o malattie, o povertà, o anche di avere o non avere responsabilità pesanti. E  spero soprattutto di non perdere mai la Fede che Egli mi ha donato.


ESEGESI:

Finito il commento se volete, offro la possibillità di esercitare la virtù della pazienza leggendo quello che segue perché, secondo la mia esperienza, questo brano ha sempre suscitato grandi discussioni sia in quelli che credono che in quelli che non credono. Infatti si parla di «madre e fratelli di Gesù ».

Chi non crede dice: «è chiaro che se Cristo aveva dei fratelli, significa che Maria non era affatto vergine, ma una ragazza madre che, dopo essere rimasta incinta, per non gettare il discredito sul Tempio dove era stata educata, e per non averne la vita rovinata, fu data in sposa a Giuseppe. Quindi dopo Gesù ha avuto altri figli da Giuseppe. Altro che vergine!».Nazareth in Galilea . E da questa loro illazione questi veri e propri sciocchi o tendenziosi atei deducono che è falso o sono favolette tutto quello che i discepoli, Matteo, Marco Luca, Giovanni hanno testimoniato nei Vangeli sinottici. Quindi è tutta una balla, quella dei cristiani. Un imbroglio millenario, insomma.

Di San Giuseppe è stato detto tutto e il contrario di tutto durante i secoli successivi alla caduta dell'impero Romano di Occidente, quando si inventavano campi di crocifissi marcescenti all'interno della città di Roma, Martiri mai esistiti, supplizi atroci tipici della fantasia di orde di barbari selvaggi e incolti che avevano invaso l'Impero, o di orientali perversi, e chi più ne ha più ne metta .
C'è perfino chi in anni recenti ha fatto film zeppi di personaggi miserabili sporchi e cenciosi, figurandosi un San Giuseppe che stentava a vivere perché era disoccupato dato che c'era la crisi economica,  e l'ambiente era oppressivo infestato dai militari Romani che andavano in giro a razziare e violentare; e Ponzio Pilato era come una specie di Hitler. Moda, fantasie malate convinzioni proprie o necessità di non contraddire potenti e fanatici finanziatori per poter lavorare? Chissà.
Per alcuni Giuseppe era un giovane celibe, fisicamente vergine anche lui, quindi 'puro'; per altri egli era anziano e vedovo senza figli. Ma è molto più probabile che nella famiglia di San Giuseppe e anche in quella dellla Vergine Maria fossero in tanti e che di figli ne avessero a iosa; quindi pare ovvio che Gesù avesse un gran numero di cugini.

Sentito durante un'omelia: «Maria non ha avuto altri figli. Ma dato che in Palestina, per i Giudei i cugini si chiamavano e si consideravano fratelli - si veda l'usanza che una vedova senza figli sposasse un fratello del marito per dargli una discendenza, -  è chiaro che i fratelli che insieme a Maria volevano vedere Gesù erano semplicemente suoi cugini.». Quindi nulla da commentare ulteriormente su questo particolare, e il Vangelo non dice di più.

Lasciatemi dire che oltre a questa seconda ipotesi, ce n'è una più ragionevole. Infatti una fanciulla figlia di genitori ricchi, discendente dal Re Davide, educata al tempio, che non era una comune donna ebrea di allora,  ma sapeva leggere e scrivere e conosceva la Scrittura, non avrebbe potuto andare in sposa a uno qualunque..
Fu quindi promessa a un uomo saggio, di agiata condizione, anch'egli discendente di Davide che l'avrebbe trattata più da figlia che da moglie ( qui bisogna sapere come in generale erano considerate le donne tra i Giudei ). Chi rispondeva a tutti i requisiti richiesti era Giuseppe.

San Giuseppe era una persona agiata, forse non eccessivamente ricca, ma sicuramente benestante.[nota 2]. Gli artigiani allora erano una classe privilegiata. Per esempio tutti gli invasori orientali di Israele avevano sempre per prima cosa rapito o portato via gli artigiani che potevano insegnare il mestiere ad altri e che facevano le veci delle industrie di oggi.
Ai tempi di Gesù c'erano industrie per prodotti di massa come tessuti, anfore, mattoni, stoviglie e armi, una notevole attività edilizia, ma le macchine non c'erano o erano utensili elementari. Nei paesi e nelle piccole città come in Palestina tutto allora era prodotto artigianalmente, a mano, e il saper fare era una condizione irrinunciabile.
Un artigiano di rispetto aveva una bottega e una officina propria, era di solito agiato, e doveva conoscere il proprio mestiere, saper lavorare manualmente in prima persona. Alle sue dipendenze aveva apprendisti che imparassero il mestiere e quindi non poteva certo essere un giovane di primo pelo.
Più probabilmente Giuseppe era rimasto vedovo non da molto, aveva una certà età e aveva bisogno di una moglie che gli amministrasse la casa. Per inciso, la casa della famiglia di Giuseppe era a Betlemme, cittadina vicina a sud di Gerusalemme, mentre lui viveva e lavorava a Nazareth, nel Nord, lontano da Gerusalemme e Betlemme.
Dato che tra gli ebrei non sposarsi e non avere figli era una condizione assolutamente indesiderabile disdicevole alla persona, è logico che Giuseppe fosse vedovo e avesse avuto figli dalla moglie precedente, più anziani dello stesso Gesù, e che questi fossero i famosi fratelli ( i fratellastri ).

NOTE:

[nota 1]  Dalle raffigurazioni della Sacra Famiglia che vediamo nelle pitture durante i secoli, dalle innumerevoli leggende, dai racconti di vangeli apocrifi scritti da fantasiosi personaggi parecchi secoli dopo,  dal pauperismo medioevale, è arrivato tutto ciò che uno che voglia capire Gesù Cristo deve sforzarsi di ANALIZZARE ED EVENTUALMENTE dimenticare per potersi porre col pensiero nella reale situazione di allora.

[nota 2]  In Matteo 13,55 la professione di Giuseppe viene nominata quando si dice che Gesù era figlio di un "téktón". Il termine greco téktón è stato interpretato in vari modi. Si tratta di un titolo generico che non si limitava ad indicare i semplici lavori di un falegname, ma veniva usato per operatori impegnati in attività economiche legate all'edilizia, in cui si esercitava piuttosto un mestiere con materiale pesante, che manteneva la durezza anche durante la lavorazione, per esempio legno o pietra. Dalla parola greca viene la parola italiana 'architetto' . Accanto alla traduzione - accettata dalla maggior parte dagli studiosi - di téktón come carpentiere, alcuni hanno voluto accostare quella di scalpellino. Qualche studioso ha ipotizzato - a ragione - che non avesse una semplice bottega artigiana, ma un'attività imprenditoriale legata alle costruzioni, dunque tutto considerato non doveva appartenere a una famiglia povera.

Curiosità: Nazareth è oggi una città di 74.400 abitanti del Distretto Settentrionale di Israele, nella regione storica della Galilea. La maggioranza della popolazione è cittadina araba di Israele che si divide in 31,3% cristiani e 68,7% musulmani.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 8,19-21.

In quel tempo, andarono a trovare Gesù la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose: « Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica ».