Commento al Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 12,24-33.
Come essere o diventare seguaci di Gesù Cristo stando nel mondo e nella propria situazione personale
Oggi alla Messa della Domenica 23 DI LUGLIO DEL 2007, questa parabola mi ha dato da riflettere molto, e in modo particolare dato che sono debole per via della mia natura umana e sono soggetto a fare cose che scontentano il Signore, il falò della zizzania ho pensato che quando arriverà il tempo in cui la morte mieterà la mia vita su questa terra potrei finire tra la zizzania.

La risposta mi è capitata tra le mani quando ho letto le parole che il Beato Alvaro del Portillo, il secondo prelato dell’Opus Dei, ha rivolto a una ragazza giapponese che si era convertita e aveva chiesto di essere battezzata da lui. Avvenne che, sabato 21 Febbraio 1987, alle dieci, nell'oratorio di Ohara, un centro dell'Opus Dei in Giappone, con il nome di Carmen ella ricevette il battesimo dalle sue mani.

Dopo l'Eucaristia, Don Alvaro volle che si facesse il ringraziamento ad alta voce. Dopo aver commentato la vocazione battesimale - "vocazione di discepola di Cristo, come quella delle pie donne che hanno accompagnato la Madonna ai piedi della Croce" – incoraggiò Carmen a combattere con speranza. Don Alvaro le disse: “non ti preoccupare se nonostante queste buone intenzioni cadi spesso, perché siamo tutti peccatori. Ma lotta per ricominciare dopo queste cadute, che sono dovute alla debolezza umana, piuttosto che a malizia o mancanza di amore. Testimonia la tua fede in Cristo; dai un esempio da fedele cristiana: con la tua vita, con il tuo sorriso, con la tua gioia di essere figlia di Dio”.

Mi sembra che queste parole di Don Alvaro siano sufficienti a dissipare ogni dubbio.

Lino Bertuzzi

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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 12,24-33.

In quel tempo, Gesù espose alla folla una parola: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».

Un'altra parabola espose loro: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami».

Un'altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti». Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: "Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo".

Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!».