Commento al Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 13,1-15. 
Come essere o diventare seguaci di Gesù Cristo stando nel mondo e nella propria situazione personale

Chi c'era con Gesù a pranzo in quell'Ultima Cena? C'erano i dodici, compreso Giuda, colui che poi lo tradì. Nostro Signore si rivolge ai suoi dodici discepoli più stretti, quelli che hanno rinunciato a tutto per seguirlo, e che oggi possiamo dire sono i sacerdoti e i religiosi consacrati. Egli dà un esempio forte: lava i piedi a tutti loro, per far comprendere bene, a quelle persone semplici e anche un po' testone, come deve essere lo spirito di servizio reciproco e manifestarsi con i fatti concreti.

Atteggiamento del fedele laico
Il fedele laico deve rimanere tale perché la sua vocazione e il suo carisma sono differenti da quelli dei sacerdoti e dei consacrati. Un laico non dovrebbe confondere l'atteggiamento cristiano verso il mondo con la rinuncia agli ideali e la resa a coloro che ci attaccano con la violenza o attaccano subdolamente la Chiesa - magari anche dall'interno della Chiesa stessa - della quale anche noi siamo parte integrante, .
Quindi nemmeno dobbiamo rinunciare ad affrontare decisamente coloro, tra cui troviamo anche sedicenti cristiani, che vorrebbero indurci o tradire i nostri principï tramite la diffusione di menzogne storiche plateali e di gravi errori dottrinali o magari viziati da conoscenze sbagliate e interpretazioni arbitrarie. Simili atteggiamenti grossolani mettono a  rischio la nostra Fede,
Dobbiamo anche essere ben convinti che la società della quale facciamo parte ha bisogno del nostro contributo per contrastare il relativismo e l'ateismo pratico, quello non dichiarato ma applicato nella vita di tutti i giorni, che ignora la componente spirituale dell'uomo.
Dovremmo combattere con coraggio a viso aperto per contrastarlo e non svolgere una doppia vita o vivere come se Dio non esistesse.

Attacco alla Cristianità e all'Europa
È in atto un attacco alla nostra civiltà. Non è cosa nuova perché si è già verificato in passato per opera dell'impero degli Ottomani. Oggi si presenta in vari modi, con l'invasione degli immigranti musulmani, come con la destabilizzazione tramite il terrorismoUn cristiano crocifisso a Raqqa  e la guerriglia, e con la persecuzione e l'assassinio di massa di cristiani, che viene perpetrato in tutto il mondo in modo mai accaduto prima. Noi tutti, sia laici che religiosi consacrati dobbiamo affrontare l'aggressione pregando molto senza stancarci.
Come sempre ma specialmente oggi è sempre più necessario, e dobbiamo anche noi cercare di agire nel nostro ambiente rettamente e con spirito di servizio verso l'umanità. Ma non dobbiamo però cogliere il pretesto della mitezza e dell'amore al prossimo, per essere imbelli o andarci a nascondere sotto il letto o nell'armadio, ed evitare di lottare e combattere per difenderci e far valere i nostri diritti e i nostri principî.  Questo per i laici è essere e agire da vili. Infatti tra i martiri cristiani della Roma dei Cesari e i poveracci torturati e assassinati di oggi ce ne corre, sempre che non ci beviamo le fole di racconti e leggende scritti da antichi fanatici a qualche centinaio di anni di distanza dai fatti.
La domanda di Dio «Quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?». (Luca 18,1-8) può avere ogni tipo di risposta, e ognuno di noi può adattarla al suo modo di sapere o vedere. Però conoscendo un pochino i Sinottici, ho constatato che Gesù fa anche dei discorsi sulle probabilità di accadimenti futuri, come la distruzione di Gerusalemme dell'anno 70DC, che effettivamente avvenne, e anche io vorrei dire la mia.

Una piccola riflessione per indurre a rettificare chi ne avesse bisogno.
La società Europea prescinde dalle sue radici, per paura o per interessi non pretende reciprocità dagli altri, vive come se Dio non esistesse, e quindi anche la vita e  morte fisica sono banalizzate, considerandone solo gli aspetti materiali. A proposito, sarebbe bello se la morte di questi poveracci qui sotto fosse solo una messa in scena.
Sgozzamento di cristiani catturati dal Daesh

Ma se non si rimedia in tempo allo stato di confusione attuale delle idee, lo spazio che noi stessi e la  società Europea lasciamo vuoto di certi ideali sarà riempito da qualcun altro che una fede, sebbene talvolta deformata e perversa, ma fortissima e radicatissima ce l'ha o fingr di averla..
Speriamo che quando Gesù si chiede «Quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?». (Luca 18,1-8) la risposta possa essere positiva. Sì Signore la Fede c'è ancora ed è ben viva.
Per questo dovremmo sostenere a tutti i costi la civiltà che abbiamo maturato in millenni di storia e che probabilmente sparirebbe, assorbita da un'altra. Questo pregando sempre che Dio non abbia deciso che dobbiamo smettere di fare le nostre porcherie, e che quindi non ci sia più nulla da fare.

Credo che se continuassimo con il nostro relativismo e con l'ateismo pratico, la nostra sorte sarebbe segnata. Dobbiamo allora pregare senza stancarci, spingere la società europea ad abbandonare l'atteggiamento presente di viltà e timore, e trovare il modo di fermare l'invasione, sistemare per benino le cose in Africa, e nel resto del mondo intervenendo con forza e decisione per fermare le guerre tribali e razziali promuovere massivamente l'economia, il lavoro, la cultura e l'educazione, per aiutare le popolazioni arrettrate a formarsi uno spirito di civiltà e far loro accettare lo stato di diritto (da non confondere con la democrazia come oggi la intendiamo).
Ma tutto questo - il proprio sacrificio e impegno per fare veramente qualcosa di utile all'umanità - come ogni cosa di valore, non si può ottenere senza voglia di lavorare, sforzi intensi, scelte coraggiose, lacrime e anche sangue, purtroppo. Bisogna anche abbandonare ideologie oramai obsolete e superate dalla Storia.

APPENDICE

Oggi 13 Aprile 2017 il Santo Padre Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, argentino di origini piemontesi già sacerdote dell'Ordine dei Gesuiti, è andato al carcere di Rebibbia a lavare i piedi ai carcerati. Ma quelle persone non si sono presentate a lui con piedi sporchi e polverosi come quelli dei discepoli dell' ultima cena, che magari di essere lavati avevano anche bisogno.
Dunque il gesto del Pontefice è simbolico, compiuto per indicare al mondo la disponibilità del Vicario all'imitazione di Cristo, è un atteggiamento vero e genuino del Suo animo di servo della Chiesa, e dovrebbe suscitare nei sacerdoti commozione e voglia di imitarlo..
Questa liturgia si svolge durante la Messa del Giovedí Santo anche in molte chiese, e non dovrebbe rimanere fine a sé stessa, un simbolo, ma dovrebbe ispirare un atteggiamento abituale dei sacerdoti, specialmente tra loro, ma anche nei confronti di tutti loro colleghi consacrati di altre realtà.

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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 13,1-15. 
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.  Mentre cenavano, quando gia il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo,  Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava,  si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. 
Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. 
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». 
Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». 
Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». 
Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!». 
Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti». 
Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi». 
Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? 
Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. 
Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.  Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi». 


Lino Bertuzzi