IL MAGISTERO SPIRITUALE |
La parola latina magisterium indica l’azione del magister, e questo nel latino classico valeva non solo per l’insegnamento ma per qualsiasi forma di arte (maestro della nave, maestro fabbro, maestro di un’arte o di un mestiere). Nel Medioevo la parola magister comincia ad essere usata in senso più stretto riferita all’insegnamento: ad esempio Pietro Lombardo è il magister sententiarum, il “maestro delle sentenze”. Nell’epoca moderna, almeno in ambito cattolico, la parola 'magisterium' viene ormai applicata in maniera specifica all’ufficio di insegnare nella Chiesa, quello che viene chiamato il munus docendi, la potestà d’insegnamento dei pastori della Chiesa. E la parola magisterium, sebbene faccia parte del latino classico, nel magistero della Chiesa entra in maniera ufficiale di recente: il primo ingresso lo troviamo nella Commissum divinitus di Gregorio XVI, testo del 1835. In essa si dice che il magistero è l’autorità d’insegnamento della Chiesa fondata sull’ordinazione
sacramentale. Questo punto è qualificante: il munus docendi è indissolubilmente legato al
sacramento dell’ordine episcopale. Il magistero può essere ordinario o straordinario. Il magistero ordinario è la modalità normale con cui la Chiesa comunica il suo insegnamento: esso si può esercitare tramite encicliche, lettere pastorali, altri atti scritti, o attraverso la predicazione orale da parte del papa e dei vescovi. Il magistero straordinario, invece, consiste in un pronunciamento di un concilio ecumenico o di uno ex cathedra del papa, che definisce una verità di fede di natura dogmatica secondo le forme dettate dal dogma dell'infallibilità papale. Testo estratto dalla relazione sul Magistero della Chiesa (clicca per scaricare pdf)
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