MASAKO HAZATA
Testimonianza di vita e storia della conversione di una musicista giapponese

 Premessa: il kalevala
- Sono Masako Hazata - Vahna Poisto - La mia conversione --
Scoperta della vocazione - Alla presenza di Dio

IL KALEVALA

Vaan kuitenki kaikitenki la 'un hiihin laulajoille,
 la 'un hiihin, latvan taitoin, oksat karsin, tien osoitin.
Siitapa nyt tie menevi, ura uusi urkenevi laajemmille
laulajoille, runsahammille runoille, nuorisossa nousevassa,
kansassa kasuavassa

                                             Kalevala(1)

(1) Ultimi versi del Kalevala, il grande poema epico finlandese: questa è la via

Il Kalevala è il poema nazionale finlandese. Pubblicato in due edizioni (rispettivamente nel 1835 e nel 1849), fu composto dal medico e filologo Elias Lönnrot, collazionando e giustapponendo canti popolari di argomento eroico, lirico e magico, raccolti dallo stesso Lönnrot e da altri folkloristi dalla viva voce dei cantori di Finlandia e Carelia.

Composto – nella sua versione definitiva – da cinquanta canti, o runot, per un totale di 22.795 versi, il Kalevala non è soltanto il primo capolavoro in lingua finnica, testo fondante della letteratura finlandese, ma anche un poema pressoché unico sulla scena mondiale.

Intriso di sciamanesimo, mitologico dall'inizio alla fine, pervaso da un profondo senso della natura e da un'ammirazione pressoché sconfinata di fronte al potere della musica e del canto, il Kalevala si stacca dall'epica omerica e germanica. Non canta imprese di guerrieri. I suoi eroi sono infatti maghi, cantori, fabbri, assai più abili nella poesia che nell'uso delle armi. Non cercano gloria, ma contendono tra loro per l'amore delle belle fanciulle lapponi, e il loro confronto avviene quasi unicamente nel campo della parola creatrice.

Il Kalevala è un libro che riassume in sé l'intera storia umana. Composto e pubblicato soltanto in epoca romantica, è forse il poema epico più arcaico che sia arrivato fino a noi.

Nota del riduttore:  chi ha scritto questa nota probabilmente non conosce l'Iliade, L'Odissea, e le tragedie greche o anche le epopee Assiro Babilonesi, o certe parti della Bibbia degli Ebrei. Forse sono scemo io ma ogni tanto c'e qualcuno che è ignorante. La civiltà inizia attorno al mare mediterraneo, non tra i ghiacci eterni dell'estremo Nord.....

MASAKO HAZATA, è una compositrice e suonatrice di KANTELE che gira il mondo e HA SCRITTO QUESTA TESTIMONIIANZA, INTITOLANDOLA VAINAMOINEN

Leggiamo nel Kalevala, il grande poema epico finlandese, che Vainamoinnen - un personaggio della mitologia nordica, figlio del Vento dell'Est e della dea ILMATAR, per cui  si rappresenta con una grande barba bianca -  costruì il primo kantele con il guscio di una testuggine gigante. In un primo momento sapeva suonarlo solo lui;  e ascoltandolo, gli animali più feroci della foresta diventavano mansueti.

Non sapevo nulla del Kantele, e ancor meno di Vainamoinnen, finché un giorno ho sentito suonare questo strumento a Tokyo e mi sono innamorata  del suo suono.

A quel tempo - sono compositrice - i miei gusti musicali erano abbastanza convenzionali . Mi appassionava Bach  e il repertorio classico e logicamente, la musica del mio paese, il Giappone.
Ma il suono del Kantele mi piacque tanto che verso la fine degli anni ottanta ho deciso di andare in Finlandia per perfezionarmi nella tecnica.; e durante i sei anni  che ci sono rimasta ha avuto luogo uno degli eventi più decisivi della mia vita.

Un giorno di gennaio del 1989, alla fine della lezione di lingua finlandese, Uta,  una delle mie compagne mi chiese:

- ti piacerebbe conoscere Vanha Puisto, un centro dell'Opus Dei dove sto andando adesso?
- certamente, risposi mossa dalla curiosità, anche se non ero cattolica.

VAHNA POISTO


Ci sono momenti nella vita che rimangono per sempre  registrati nella mente. A volte hanno un significato speciale e a volte no: sono capricci della memoria. Ho dimenticato un sacco di cose ma ricordo perfettamente quel momento, in cui camminavo lentamente lungo  via  Mannerheimintie di Helsinki. Intuivo che qualcosa di importante stava per accadere nella mia vita.
Mi diressi verso Lonnrotinkatu, una strada larga, dai grandi edifici bianchi, dove c’era il era il centro dell'Opus Dei.

Entrando, mi ha sorpreso: mi aspettavo un luogo freddo e anonimo  e invece ho trovato l'atmosfera, il tono e il decoro di una casa familiare. Era una casa semplice, con soffitti alti e pavimenti in legno, dipinta di  bianco, la maggior parte delle case finlandesi, perché il bianco esalta e potenzia la luce, tanto scarsa in questo paese.
Quello che mi ha maggiormente sorpreso è stato l'oratorio: era la prima volta in vita mia che vedevo un luogo sacro del quale ignoravo completamente lo scopo.

Dietro una bella scatola dorata c’era una foto con l'immagine della Vergine, in piedi, con il bambino in braccio; e su ciascun lato, due angeli che sostenevano il suo manto.
Nelle pale d’altare laterali erano rappresentate quattro scene di cui ignoravo il senso. Ne fui emozionata, e nonostante la mia ignoranza della lingua, quel luogo e che l'ambiente, insieme alla gioia delle persone che vivevano lì, mi hanno attratto potentemente. Quale è stata la causa di quella emozione?  Neppure io ho potuto spiegarmelo. Non sapevo nulla dell'Eucaristia, o del cattolicesimo.

Tutto per me era nuovo. Ma il fatto è che quando andavo a Vanha Puisto passavo molto tempo in oratorio. Sentivo un'attrazione intima e misteriosa per quel luogo, che mi ha dato un senso di pace che non avevo mai sperimentato prima. Più tardi ho imparato che colà c’era Qualcuno..

Mi è stato detto che ogni settimana un sacerdote predicava nella cappella, e ho cominciato ad essere presente, anche se non capivo cosa diceva  perché parlava in inglese e io conoscevo solo il giapponese, e  appena un poco - molto poco – il finlandese.
LA mia CONVERSIONE

Dio usa molti modi per farsi conoscere. Il mio fu quello della bellezza. Grazie a quell’ oratorio, senza conoscere la Meraviglia che conteneva, ho percepito la bellezza della vita cristiana, e ho sperimentato nell’anima una trasformazione interiore che mi stava portando in alto  ‘in crescendo’. Quando sono tornata in Giappone durante l'estate ho parlato con il parroco della chiesa di Shikoku, vicina a casa mia, e gli dissi che volevo essere battezzata prima di tornare in Finlandia.

Molto bene – mi rispose -  faremo un piano catechistico intensivo!
Ho studiato con grande tenacia per sei settimane tutto quello che mi è stato proposto e il 16 luglio del 1989, festa della Madonna del Carmine, sono stata battezzata con il nome di Teresa.
I miei genitori si sono rallegrati quando ho comunicato loro che avevo deciso di fare questo passo, “anche se noi “ - mi hanno detto -: '' continueremo a essere fedeli alle nostre tradizioni ".

Sono tornata in Finlandia con il desiderio di saperne di più sull’Opus Dei, e ho cominciato a frequentare un corso di formazione, che ho trovato molto utile.
Fino ad allora mi avevano solamente parlato, per così dire, dello "spartito" della fede, mentre ora si trattava di trasformare quelle note, quegli insegnamenti,  nella musica della vita cristiana.

Dopo due anni nel primo trimestre del 1991 ebbi una possibilità che non avevo mai sognato: esibirmi davanti a Giovanni Paolo II a Roma durante una conferenza all'università.

Ho deciso di andarci con la mia amica Lissy, e il 31 marzo, la Domenica di Resurrezione, ho avuto la gioia di suonare il kantele per Giovanni Paolo II nel cortile di San Damaso, accanto alla Basilica di San Pietro. E poi, ho avuto la possibilità di salutarlo personalmente. Il Papa ci rivolse qualche parola in italiano, che non ho capito. Poi, leggendo la traduzione ho pensato che era come se avesse parlato a me, personalmente a me.

"Conformatevi sempre di più con il divino Maestro, fatevi suoi amici. Vivete e agite uniti a Lui. Con Lui eravate morti e siete risorti nel Battesimo, con lui la partecipazione al piano di salvezza universale. Cristo vive nel mondo e lo trasforma. Seguendolo con  fiducia e imitandolo con fedeltà potrete compiere la vostra missione di apostoli. Il cristiano non può limitarsi  solamente a un lavoro – anche se necessario – di promozione dell’uomo e di rinnovamento sociale. È chiamato a dare la sua vita perché tutti incontrino Cristo e lo amino con tutto il cuore".

E disse ancora:

 "L'apostolato cristiano - scrive il vostro Fondatore - non è un programma politico  né  un'alternativa culturale: presuppone la diffusione del bene, il contagio del desiderio di amare, una semina concreta di pace e di gioia” •2.

Ho approfittato dell’occasione per passeggiare in giro per Roma con la mia amica Lissy, che era molto buona e pia.  Ha mantenuto una certa distanza dalle ragazze dell’Opera che erano venute con noi, e mi diceva, di tanto in tanto, a volte per scherzo e altre seriamente "guarda che cosa ha fatto quella!” e "Si può credere a quello che ha detto quest’altra?".
Questo spiega la mia sorpresa quando, poco dopo il ritorno in Finlandia, Lissy mi ha detto che aveva deciso di chiedere l’ammissione all’Opera. Certe resistenze – mi spiegò – derivavano da un desiderio inconscio di prendere le distanze da ciò che Dio le chiedeva nel suo cuore... finche non capì che la chiamava per servirlo nell'Opus Dei.

SCOPRO LA MIA VOCAZIONE

Sono tornata a Roma l'anno successivo, in occasione della beatificazione di Josemaría Escrivá, e durante la Messa di ringraziamento celebrata in una chiesa centro di Roma, San Girolamo della Carità, ho incontrato giapponesi che venivano da Kyoto Osaka, Nagasaki, eccetera.

Vedendo quelle centinaia di persone ero sconcertata, dato che supponevo, non so perché, che l'Opus Dei fosse poco sviluppato nel mio paese.                  .
"Una volta,  un anziano missionario” - ci raccontò il Vescovo di Oita, Taiki Hirayama, durante l'omelia – “mi ha detto che l’apostolato dei membri dell’Opus Dei consiste nel contagiare, più che nell’annunciare”.

In quei momenti anch’io stavo “contagiandomi” del desiderio di portare Cristo agli altri, e ho cercato, come il fondatore dell'Opus Dei insegna, di incontrarlo nel lavoro ben fatto e nelle cose semplici di ogni giorno : le prove con la kantele, preparare un concerto, e ripassare più volte gli spartiti.

Terminati i miei corsi in Finlandia sono tornata in Giappone, e ho cominciato a dare concerti in diverse città come Tokyo, Matsuyama, Kamagawa, Chiba, Tochigi, etc. È 'stato un periodo interessante dal punto di vista professionale, ma sentivo che mi mancava qualcosa e a Tokio mi sono messa in contatto con le persone dell’Opera. Da quel momento la melodia interiore della mia anima stava guadagnando in volume e chiarezza, fino a quando ho capito che cosa il Signore stava da tempo suggerendo al mio cuore, come un ritornello: che lo servissi nell'Opus Dei. E nel 1997 ho chiesto l’ammissione all’Opera.


La presenza di Dio

Da allora la mia vita, esteriormente, non è per nulla cambiata. Il mio lavoro è lo stesso di sempre: provare, studiare, la preparazione di un concerto, di un nuovo album ... ma ora cerco di mettere ogni giorno più amore in quello che faccio e trasformare ogni pezzo in un dialogo con il Signore.. A volte ci riesco e altre noi. Nel trattare con Dio, come succede anche con qualsiasi strumento bisogna sempre affinare, ripetere, correggere gli errori, tornando a ricominciare.

Prima di ogni concerto chiedo San Josemaría di aiutarmi; non solo perché l’esecuzione sia la più perfetta possibile, ma perché la mia musica avvicini a Dio chi la ascolta.
 Gli chiedo anche a che mi faccia incontrare persone che possono aiutare ad amare Cristo con tutto il cuore, come ci ha insegnato Giovanni Paolo II.

Sia che stia provando da sola in casa mia, o  che vada a dare un concerto presso l'imperatrice del Giappone, ora so che il mio principale ascoltatore  è il Signore e cerco di suonare come meglio posso, offrendolo  a lui.

Circa l'imperatrice: una volta ho avuto l'opportunità di suonare in sua presenza, presso l'Ambasciata di Finlandia a Tokyo. Quando il concerto finì, la salutai e le dissi che pregavo  per lei.

‘Sì, sì, per favore, prega per me ', mi ha detto. E  io continuo a farlo.

 


TRADUZIONE di Lino Bertuzzi da scansione del volume

Brano dal libro:  ISBN: 978-84-321-4254-3
Deposito legai: M-3185-2013
Impreso en Grafìcas Rogar, S.A., Navalcarnero (Madrid)

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