NORIKO SUZUKI
Testimonianza di vita e storia della conversione di una maratoneta giapponese di Tokio

Premessa
- Madre Teresa di Calcutta - La mia conversione -- Scopro la mia vocazione - Una nuova Maratona

Premessa.
NORIKO SUZUKI È UNA ATLETA GIAPPONESE CHE HA SCRITTO QUESTA TESTIMONIANZA, INTITOLANDOLA '42.195 METRI' CIOÈ LA DISTANZA DA PERCORRERE QUANDO SI CORRE UNA MARATONA OLIMPICA.

Sono nubile e vivo con mia madre e la sorella in un tranquillo quartiere intorno a Tokyo. Inoltre, presto consulenza  a persone con disabilità. La mia passione è l’atletica, e in particolare la maratona, che non è una prova così dura come pensa qualcuno, Tutto ciò che ci vuole è perseveranza, pazienza e allenamento.

Ho corso alle maratone di Tokyo, Osaka, Nagoya e in altre città del Giappone; e ho partecipato, ottenendo vari risultati alle maratone di Pusan, in Corea; in quel di Honolulu, alle Hawaii; a Sydney, in Australia; in Nuova Caledonia, Nuova Zelanda; e molti altri luoghi. Finora, il mio record personale è di due ore, 39 minuti e 48 secondi; ma continuo ad allenarmi per migliorarlo.

La mia vita è stata, per molti anni, come quella  di migliaia di maratoneti di tutto il mondo: mi alzo presto e corro per un’ora; al ritorno, faccio la doccia e la  colazione, e poi vado a lavorare. ...
Questa è stata la mia routine quotidiana: lavorare e correre; correre e lavorare, finché un giorno sono entrata per curiosità in una mostra fotografica.


MADRE TERESA DI CALCUTTA

In una delle fotografie ho visto Madre Teresa di Calcutta e, insieme ai dati del fotografo, c’era una frase di spiegazione, "Tutto quello che abbiamo è la Bibbia e un secchio d'acqua per lavare il sari."

Questo mi ha fatto pensare: Com’è possibile che sia felice di vivere in questo modo? Ho paragonato la sua vita con la mia: io avevo molte cose e non riuscivo a essere felice; e lei, in mezzo a tutta quella povertà, sorrideva così ... Qual era il suo segreto?

Sono andata in una libreria e ho comprato una sua biografia. Lei insisteva costantemente sottolineando la necessità di pregare, il che era qualcosa che non capivo appieno. Come tanti giapponesi, avevo l’abitudine di recarmi a un tempio all’inizio dell’anno. Alcune battute di mani e chiedere fortuna per il futuro,... Questo era pregare?

Finché un giorno, nel 1998, mentre correvo per le strade di Tokyo durante il mio allenamento quotidiano, sono passata  davanti a una chiesa dedicata alla Vergine di Lourdes, che si trova vicino alla stazione della metropolitana di Kitami, Sopra la porta d’ingresso c’era un cartellone con l’immagine di Madre Teresa. Mi sono trattenuta a guardarla, e, quasi senza rendermene conto ho attraversato il piccolo giardino e sono entrata in chiesa.

LA mia CONVERSIONE

Regnava un grande silenzio.  Dopo un po’ mi sono avvicinata a una suora che stava pregando seduta in uno dei banchi.  Ero confusa perché non sapevo come comportarmi in quel luogo. A bassa voce le domandai se poteva insegnarmi a pregare come faceva Madre Teresa. Mi sorrise e parlammo insieme per un po’. Le domandai anche cosa significava tutto quello che vedevo intorno.  Le immagini, un tavolo … lei mi diede una spiegazione molto semplice che, data ma mia totale ignoranza sul cattolicesimo, non ho capito troppo.  Mi disse anche che si celebrava l’Eucarestia e anch’io potevo assistere quando volevo, anche se non ero cattolica.

Non sapevo in cosa potesse consistere quella cerimonia che aveva un nome che non avevo mai sentito – Eucarestia – ma il giorno dopo, , ciò che ho visto e sentito, mi è piaciuto anche senza averlo compreso del tutto; e dato che sono abbastanza metodica, ho deciso di assistere alla Messa  ogni giorno. Comprimendo il mio programma: mi sono alzata tre quarti d'ora prima, ho fatto la solita corsa, ho fatto la doccia, la prima colazione, e prima di andare al lavoro sono andata a Messa.

In quella chiesa c'era una bella consuetudine: Al termine, i partecipanti si riunivano davanti alla statua della Madonna per dire una preghiera. Poi ho capito che si trattava dell’Avemaria e l’ho imparata.

Vedendo che venivo spesso, la suora ha chiesto se volevo sapere qualcosa di più della fede. "Non vedo l'ora”- le ho detto. Abbiamo parlato con calma e mi ha raccontato che era stata in India, dove aveva incontrato Madre Teresa.

SCOPRO LA MIA VOCAZIONE

Ho cominciato a vedere la mano di Dio in ogni cosa e da quel giorno ho incluso  nel mio programma un momento dedicato allo studio della fede. Per questa strada, passo dopo passo - perché questo, come la maratona  non si ottiene immediatamente, è necessario avere pazienza e  essere molto costanti – mi trovai a percorrere sentieri dei quali nessuno mi aveva mai parlato: la Storia della Salvezza, la Sacra Scrittura, La vita di Gesù Cristo. Ho visto chiaramente l'obiettivo: dovevo essere battezzata.

Quando sono stata preparata, dato che non conoscevo altri cattolici di Tokyo, se non le persone che frequentavano quella chiesa, ho chiesto a una signora che vedevo a Messa ogni mattina, di essere la mia madrina di battesimo. Lei si chiama Sahiko Higaki e fu felicissima di accettare. Sono stata battezzata il giorno di Pasqua, il giorno 8 Aprile del 1999.
Più tardi, chiacchierando con la mia madrina, mi ha detto che aveva pregato per me fin dal primo giorno che mi aveva visto entrare in Chiesa, vestita con la mia tuta da maratoneta. Parlando della sua famiglia e dei suoi figli, mi ha detto che era dell'Opus Dei.
Non avevo mai sentito quel nome. Quando le ho chiesto di che si trattava, mi ha proposto di frequentare un corso di formazione cristiana in un centro dell’Opera.. Mi resi conto che stavo arrivando alla fine del percorso dei 42.192 metri, la scoperta della mia vocazione.


UNA NUOVA MARATONA - quella della mia vita

Ma in questo caso, più che un arrivo alla meta ,un finale, è stato soprattutto, il punto di partenza della grande maratona della mia intera vita.

Si trattava di lottare giorno dopo giorno per innamorarmi di Gesu Cristo con tutto il cuore, fare la sua volontà e cercando di trovarLo nelle circostanze normali della vita, nonostante le cadute e gli inciampi.  La questione non era raggiungere un traguardo, e non solo di metterci impegno e determinazione, ma anche di corrispondere alla sua grazia, al suo amore.
Ora, quando mi ricordo queste cose, sembra logico che se la mia vocazione è quella di sforzarmi di santificare la vita di tutti i giorni, Dio me l’ha fatta trovare durante l’allenamento per le maratone, così  il 23 Giugno del 2001 ho chiesto l'ammissione all’Opus Dei.

Al momento sto riprendendomi da una lesione al ginocchio, cosa che molto spesso accade a noi maratoneti; ma non appena starò bene, voglio riprendere ad allenarmi e a competere, a Dio piacendo, desiderosa di superare il mio record di due ore, 39 minuti e 48 secondi.


TRADUZIONE di Lino Bertuzzi da scansione del volume

Brano dal libro:  ISBN: 978-84-321-4254-3
Deposito legai: M-3185-2013
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